Cari amici dove siete? State vivendo il tempo liberato?
Dove state guardando? Cosa raccolgono le vostre visioni?
Cosa ascoltano i vostri occhi? Cosa raccontano i vostri sguardi?
Io vi penso (e scrivo questi ossimoriche domande).
Eppure vi ho trovato, leggendo i versi di questa poesia di Montale:
“Cigola la carrucola del pozzo,
l’acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un’immagine ride.
Accosto il volto ad evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro …
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all'atro fondo,
visione, una distanza ci divide.”
Vi ho visto quindi, e l’avete capito, sulla superfice dell’acqua che colmava il secchio.
E’ stato nell’attimo della risalita; poi vi siete allontanati, scendendo.
In quella luce eravate sorridenti, e sorridevo anch’io.
Ma l'Arrivederci stava, ormai, nel nostro volto.
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