Scorreva la sequenza fotografica-cinematografica sapientemente confezionata dall’amico Piero Sabatino, e constatavo che l’intima conoscenza dei molti protagonisti del suo lavoro mi aveva distratto dal profondo contributo da Piero raccolto grazie all’intervento dei suoi amici sociologi, psicologi, scultori, pittori.
Se ripensate ai loro interventi ci accorgiamo che il loro contributo è stato, in assoluto, il più originale in termini emotivi, passionali, razionali ed esperienziali.
Se per molti la fotografia era l’espressione del loro lavoro, questi, invece, parlavano di lei (la fotografia) come una risorsa, come un aiuto, come un’amica.
Da qui, pertanto, vorrei partire per iniziare, quest’anno, un discorso diverso sulla nostra passione:ieri il contributo di Sabatino è stato delizioso per grazia, leggerezza, e profondità di pensiero; ed oggi ci rimangono, insieme alle immagini, alcuni concetti, alcune parole fluttuanti e inquiete (caso, memoria, immagine, riflessione, identità, specchio, impegno, consapevolezza, onestà intellettuale). Ma, come diceva quel tizio, finchè c’è inquietudine c’è speranza,
Parole importanti (anche se abbiamo considerato poco la bellezza e, i più, hanno apprezzato l’informazione e la notorietà) e coniugate con immagini importanti: tanto diverse dalle mie parolacce e dai miei pensieri poco opportuni.
Ma a qualcuno piacciono e quindi mi sopporterete anche nella versione “cum socius”