Fotogiornalismo
La serena confidenza del proprio lavoro di fotografo e di giornalista, accordataci da Antonio Parrinello, nella prima serata di incontri “viapolani”, ha provocato una benigna reazione di interessi e di sano dibattito che hanno messo, al centro della questione, l’eticità del lavoro del fotografo e della fotografia in particolare.
Pertanto, nella circostanza, ho cercato di mantenermi nella coerenza del dibattito e, questo mese, suggerisco due libri, di conseguenza.
1°) QUELLO CHE CONTA, di David Elliot Cohen, Ed nuovi mondi;
I più importanti fotografi ed i giornalisti sono qui convocati riuniti per affrontare le questioni essenziali del nostro tempo. Cosa importa a ognuno di noi? Cosa c’è di fondamentale ed urgente?
Leggendo questo libro io mi sono sentito coinvolto nei problemi esposti o suscitati.
Notevole l’ apparato del corredo di immagini predisposto.
2°) ETICA E FOTOGRAFIA di Ferdinando Scianna, ed. electa
Mi limito a riportare l’introduzione:
“L’irruzione della fotografia nel panorama culturale della nostra vita è relativamente recente: meno di due secoli. Il fotogiornalismo è arrivato immediatamente dopo e subito ha posto problemi etici, specificamente legati alle inedite e speso sconvolgenti novità tecnico-culturali portati dalla fotografia. Molti pensano che oggi ci sia una particolare urgenza di affrontare i problemi etici del fotogiornalismo.
A me non pare. L’etica è l’etica. Non credo che esista un’etica specifica del giornalismo con una conseguente etica del fotogiornalismo. La fotografia mostra, non dimostra; ci fa vedere il morto, raramente la causa della morte. E quanto all’assassino, quello ce lo mettiamo quasi sempre noi”.