ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

 
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Il ricatto PDF Stampa E-mail

di Marinella Coco

Immersa nei miei pensieri. Seduta al tavolo di un pub, vengo destata dal flash di una compatta.  Un gruppo di ragazzi sta immortalando la serata. Mi accorgo che, in altri tavoli, si ripete la stessa scena. Scorgo una coppia di amici che si fotografa con il telefonino. Quanti sorrisi dietro quegli scatti. Una foto che “raggiungerà l’eternità attraverso il momento.” Si, come sempre Henri Cartier-Bresson, ci ha preso!  Quando si è felici è istintivo il desiderio di rendere eterno ciò cheprovi. Affidarsi alla sola memoria può essere pericoloso e così siscattano le istantanee dove, spesso, non si pensa all’inquadratura,bensì a catturare il momento.
E neanche io, come i ragazzi che hanno destato la mia attenzione, miesimo da cotanto desiderio. Ma improvvisamente però sento i ragazzi deltavolo dire: “dai, facciamone un’altra, così la mettiamo su facebook!”

 


Si, Facebook, badoo, messanger, la rete. Si, l’opportunità di postare le proprie immagini su un album ricordo. Ciò mi fa paura!
Mi chiedo: “perché è così forte e frequente il desiderio di condividere attraverso il web, momenti privati della propria vita?”
Poi ripenso a ciò che mi è accaduto poco tempo fa. Navigando in rete mi sono imbattuta in una “tempesta”. Casualmente mi sono ritrovata davanti ad un’immagine che mi ha fatto sussultare il cuore e che ho salvato sul pc, andandola a riguardare di tanto in tanto quando desidero rattristarmi un pò.
Credo che chiunque abbia postato quell’immagine, lo ha fatto senza pensarci minimamente. Era felice e voleva comunicarlo al mondo. Ma il mondo cambia e si evolve velocemente così come i sentimenti e gli stati d’animo. E la rete, invece, mantiene le immagini statiche e immutate, lasciando una traccia indelebile che, come è capitato a me, può far soffrire.
Non so se il mio vuole essere un appello o un rimprovero, credo piuttosto un invito alla riflessione prima di postare le immagini in rete, perché accade spesso che ci sia una eccessiva superficialità nel renderle visibili.
Nel corso delle mie esperienze fotografiche ho imparato che le immagini non hanno sempre la stessa lettura. La fotografia non sempre ritrae il vero, spesso può essere costruita, ed essere volutamente ambigua. Figuriamoci che potere può avere un’immagine privata, anche di una semplice serata fra amici, dove magari si è scherzato un po’ troppo alzando il gomito, se fatta circolare in rete. L’immagine può ottenere un forte potere distruttivo su noi stessi, sulle persone che vogliamo bene o su quelle che ammiriamo. Quante volte abbiamo sentito o detto: “beh queste immagini non le postare mi raccomando non lo fare ne vale della mia reputazione.”
E siamo poi così sicuri che non siano circolate?
Riflettiamo prima di poggiare il dito sul pulsante di scatto, anche quando fotografiamo momenti della nostra vita, e soprattutto prima di premere invio e postare tutto in rete.

 
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