ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

 
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Cosa fotografare PDF Stampa E-mail

di Emanuele Canino

E ora… cosa fotografare?

Accade spesso che dopo i primi entusiasmi per l’acquisto delle nuove attrezzature fotografiche, dopo l’esaltazione per le cose apprese durante il corso di fotografia, dopo aver sperimentato ed essersi impadronito delle tecniche fotografiche, il fotoamatore abbia una battuta d’arresto. E ora a cosa devo rivolgere la mia appena acquisita tecnica, nonché la mia da poco acquistata (a caro prezzo) tecnologia? Dare una risposta a questi interrogativi non è facile e di sicuro non ho una ricetta magica, né la risposta nel cappello, però … qualche consiglio posso darvelo.

Innanzi tutto partiamo col dire che tre elementi occorrono per portare avanti un qualsiasi lavoro o attività umana: entusiasmo, talento e duro lavoro. Su questo non ci piove.

A questi tre elementi aggiungo, in campo fotografico (e non solo), passione, idea e ricerca.

Mamma mia quanta carne al fuoco!


Andiamo con ordine:
-Entusiasmo: dal greco en (in) e theos (dio) letteralmente il dio dentro o invasamento divino. Condizione dello spirito sotto l’urgenza esaltante dell’ispirazione divina o anche spinto da passioni più umane. Ai tempi nostri è la molla che ti spinge che ti dà adrenalina per portare avanti un impegno anche molto difficile, facendoti dimenticare la stanchezza, la fame, la sete e talvolta… persino gli affetti. In ogni caso l’entusiasmo è un potente motore che ci spinge a fare. Al punto che qualcuno ha detto che la perdita degli entusiasmi è l’inizio dell’agonia, la fine della vita.
-Talento: che questo sia necessario è intuitivo e fuor di dubbio. Fermi, non appendete la macchina fotografica al chiodo! Chi l’ha detto che non ne avete? Ognuno ha il suo, basta cercarlo (con entusiasmo) e farlo venire fuori.
-Duro lavoro. Eh sì, il lavoro è pesante, ma quando c’è l’entusiasmo che spinge… Insistere con pervicacia, non arrendersi davanti ai fallimenti, provare e riprovare fino a trovare la propria “visione”, è l’unico modo per raggiungere dei risultati.
Bè, l’avrete capito per andare avanti l’entusiasmo è tutto. E cosa spinge l’entusiasmo? Ma la passione ovviamente! Cosa non avete fatto/fareste per conquistare la donna o l’uomo dei vostri sogni? E cosa allora per la fotografia da primo premio? Ecco la spinta della passione!
Passione=propulsore, entusiasmo=benzina, vanno di pari passo.
Ora prima fondamentale domanda: è la fotografia (o qualsiasi altra cosa a vostra scelta, ma qui si parla di fotografia) la vostra passione? Vi scatena l’entusiasmo necessario ad andare avanti, a svegliarvi all’alba per fotografare o a fare nottate per sviluppare i negativi o i RAW (o per partecipare a una riunione ACAF)? Vi dà la carica per affrontare un ennesimo fallimento e ripartire per un nuovo progetto? (Già, perché quando il progetto è un successo la carica la trova facilmente chiunque!) Bene, allora siete pronti per imbarcarvi in questa meravigliosa avventura!
Abbiamo appurato che l’elemento cardine, che poi scatena tutti gli altri è la passione, do per scontate che questa ci sia. Cosa occorre a questo punto per andare avanti? Ovvio: talento e duro lavoro! Ma a volte c’è un’imbarazzante angoscia quando cerchiamo un soggetto per le nostre foto, una sensazione di vuoto che ci sprofonda nel panico. E’ il classico blocco da foglio bianco che colpisceprima o poi tutti i creativi, siano essi fotografi o pittori o scrittori o altro.
A questo punto vengo al titolo di questo articolo: “cosa fotografare?” e agli altri due elementi di questa mia tesi: idea e ricerca.
-L’idea: trovare il soggetto dei nostri scatti può essere semplice o difficile a seconda dei casi. In taluni casi il soggetto è quasi obbligato (foto di viaggio, persone, avvenimenti). In molti altri casi è solo un’opportunità, infatti anche in fotografia si può dire che a volte “non conta tanto ciò che racconti (fotografi), ma come lo racconti!”. Narra la storia che il giovane giornalista Alberto Cavallari, di ritorno dalla copertura del servizio sui funerali di Churchill (articoli che allora ebbero una grande importanza e risonanza), incontrò nei corridoi del giornale il direttore che gli disse: “Ora che hai fatto Churchill, dovresti andare in Piemonte a fare la fiera dei grassoni”. Era un modo per fargli capire che non doveva montarsi la testa. Cavallari accettò senza fiatare questo bagno di umiltà e ne uscì un pezzo bellissimo, umano e ironico: una lezione per tutti!
Allora torniamo alla fotografia e riflettiamo un attimo, senza barare, cosa ci entusiasma del mondo che ci circonda, cosa vogliamo raccontare, cosa risveglia la nostra “passione”. Bene, ecco il soggetto! La scusa, la giustificazione, il pretesto. Se una cosa vi appassiona abbastanza da stimolare i vostri sensi allora siete sulla buona strada. Da qui in poi, trovato il “cosa”, è il “come” lo rappresenteremo che farà la differenza tra uno scatto tirato e via ed una fotografia studiata. La capacità di rappresentare e raccontare ciò che desideriamo comunicare. Il come può essere più importante del cosa. A questo punto dobbiamo ripescare nel nostro bagaglio tecnico e filtrarlo attraverso la nostra sensibilità, un pizzico di passione, tanto duro lavoro e… forse avremo la nostra foto. Se no, possiamo sempre riprovare. In fondo è solo una fotografia! Prendiamoci comunque il nostro tempo per studiare il soggetto e per valutare come rappresentarlo. Non limitiamoci a premere frettolosamente il pulsante di scatto. Dice Follmi: “Una foto riuscita dipende dal tempo che le si dedica”. Questo è per me uno dei grandi segreti della fotografia: il tempo che le dedichiamo!

Ok! Stiamo arrivando al termine, non vi voglio annoiare oltre. Adesso che sappiamo cosa ci spinge a fotografare e cosa vogliamo fotografare, adesso che abbiamo appurato se abbiamo o no la passione che ci spinge e l’entusiasmo che ci alimenta, dobbiamo programmare i nostri scatti. Deve iniziare la ricerca. Sia che vogliamo realizzare un complesso portfolio o che vogliamo organizzare un viaggio fotografico, sia che vogliamo dedicarci alla fotografia alla sauvette (moderni H.B.C.?) o alla street photography (che va tanto di moda), per non fare degli scatti inutili abbiamo bisogno di effettuare una ricerca, di approfondire la conoscenza del nostro soggetto, di avere un’idea su cosa, come e perché vogliamo rappresentare e raccontare attraverso le immagini. Questi importanti elementi sono la base dello sviluppo di un’idea che, se volete, potrà essere perfezionata sul campo, ma sulla quale dobbiamo avere concetti chiari prima ancora di staccare la macchina fotografica dal famoso chiodo.
Buona passione a tutti!
 
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