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Turchia... porta d'Oriente - 27/05/2014 (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Turchia... porta d'Oriente - 27/05/2014
#8889
Caristofane (Utente)
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Turchia... porta d'Oriente - 27/05/2014 9 Anni, 11 Mesi fa Karma: 2  
Turchia... porta d'Oriente o d’Occidente? E’ questo l’interrogativo che ci poneva il meditativo Pippo Pappalardo a fronte della visione del diaporama presentato dagli amici Francesco Barbera e Riccardo Lombardo. In effetti la Turchia è sempre stata una sorta di spartiacque tra oriente ed occidente, con una commistione di culture, civiltà e religioni che la rendono così vicina eppure così lontana dall’Europa. Tanti passi aveva fatto la Turchia verso l’Europa con Ataturk (“Padre dei Turchi”), abrogando la shari’a e promulgando un nuovo codice civile che aveva come modello il codice civile svizzero, legalizzando le bevande alcoliche, depenalizzando l’omosessualità, e così via pur con tutti i limiti che la politica internazionale gli riconosce. Qualche passo verso l’oriente ha fatto il paese con il nuovo governo. Una sorta di ondeggiare avanti e indietro fra oriente e occidente, infinito come il mare.

Ricordo di aver visitato la Turchia con un viaggio organizzato nell’ormai lontano 2002 e se un ricordo serbo nella mente di quello splendido paese, ben oltre la bellezza selvaggia della Cappadocia, gli splendidi siti archeologici e l’antico splendore di Istanbul, è il calore e l’ospitalità della sua gente. Ricordo infatti che essendomi fermato, con un piccolo gruppo di amici e parenti, per strada a consumare un pasto al volo (leggasi panino), una signora si affacciò alla porta di casa e iniziò a farci segni, a chiamarci. Sul momento pensai fosse infastidita del piccolo trambusto creato di fronte alla sua porta di casa, ma subito fu chiaro che vedendoci in piedi voleva offrirci delle sedie per pranzare più comodi e un caffè. Mi sembrò improvvisamente di essere proiettato in un paese della Sicilia; pur parlando lingue diverse, l’affinità mi sembrò immediata: così lontani, così vicini! Sono andato a rivedere i miei album, serbo ancora alcune fotografie analogiche in bianco e nero di quel viaggio, assolutamente turistico-familiari, di quando ancora non masticavo molto di fotografia, ma già mi emozionavo viaggiando e un breve diario.

I nostri amici, Francesco e Riccardo dicevo, ci hanno presentato un excursus documentativo dei luoghi, della bellezza e della ricchezza di storia di questo splendido paese. Come sempre Francesco ha saputo sapientemente miscelare suoni ed immagini in un insieme vivace e piacevole, mentre dal punto di vista fotografico i due autori hanno saputo ottenere un’omogeneità di risultati tale da rendere il tutto perfettamente congruo e bilanciato. Bello il finale con il volo in mongolfiera che, sfidando i pericoli del volo “in una cesta di vimini”, ci ha mostrato dall’alto la bellezza della Cappadocia. Un classico esempio di reportage turistico che ben ci mostra la bellezza di questo paese e che mi ha fatto rivivere, a distanza di anni, il ricordo di quei luoghi lontani.

Concludo con Steinbeck:
“Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”. - John Steinbeck, Viaggio con Charley (Travels with Charley: In Search of America), traduzione di Luciano Bianciardi, BUR, Milano, 2005.
“Vale la pena esser buoni e generosi. Non soltanto in Cielo uno si guadagna la ricompensa, ma anche qui sulla terra”. - John Steinbeck, Pian della Tortilla (Tortilla Flat), traduzione di Elio Vittorini, Garzanti, 1966.
“Ho veduto centinaia di tipi arrivare per la strada e per i ranches, coi fardelli sulla schiena e la stessa idea piantata in testa. Centinaia. Arrivano, si licenziano e se ne vanno, e tutti fino all'ultimo hanno il pezzetto di terra nella testaccia. E mai uno di loro che ci arrivi. È come il paradiso. Tutti quanti vogliono il pezzetto di terra. Qui io leggo molti libri. Nessuno trova il paradiso e nessuno trova il pezzetto di terra. È solamente nella testa”. - John Steinbeck, Uomini e topi (Of Mice and Men), traduzione di Cesare Pavese, Bompiani, 1963.

Emanuele Canino
 
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Re:Turchia... porta d'Oriente - 27/05/2014 9 Anni, 11 Mesi fa Karma: 9  
Ancora della narratività artistica

Il caso (ma il caso per qualcuno non esiste) ci ha permesso di poter vedere in successione due lavori che, apparentemente distanti come concezione e progettazione, possono ricondursi all’idea di esporre e comunicare in fotografia attraverso la modalità narrativa. Provo a spegarmi.

Anche nel lavoro di Lombardo e di Barbera il protagonista rimane il fotografo che rinuncia ad evidenziare, e quindi a connotare, ciò che rappresenta attraverso le sue idee, e, più oggettivamnte se vogliamo, considera ciò che ha visto sulla base delle caratteristiche peculiari che appartengono alle cose ed alle persone che ha incontrato.
Se nell’audioviso sull’India possono apparire più rilevanti considerazioni del tipo immedesimazione, curiosità. incontro, esperienza, sorpresa, scoperta, confronto (tutti aspetti che stanno prima nelle cose e poi nella riflessione postuma degli autori) anche nell’audiovisivo sulla Turchia motori di ogni considerazione visiva rimangono, ancorchè con diversa caratura valoriale, gli oggetti e i volti catturati e proposti.

Il titolo sembrerebbe, anche stavolta, spingerci verso un’idea tematica: ma il titolo viene ancora disatteso, messo da parte, a favore di un collage visivo che non indaga più la natura di quella porta e la direzione in cui la si attraversa. E il dibattito, a mio sommesso parere, lo ha confermato.

Qualcuno mi ha proposto di ricondurre il lavoro a un’idea di tipo documentaria.
Convengo che il mio modo di leggere le fotografie possa apparire schematico e talvolta, per mia premura concettuale, anche approssimativo ma il modo di porgere il lavoro dei nostri amici - meglio ancora la sottolineatura del momento di ripresa, e il montaggio poi voluto -, non puntavano a restituire il senso dello spazio o del tempo attraversato e vissuto, e quindi alla documentazione, quanto al colore, ritmo, profondità prospettica, valore plastico, originalità, capacità di suggestionare.
Conseguentemente io riconoscevo i posti non perché contestualizzati o storicizzati (e comunque non ne traevo informazioni per nuova conoscenza), ma perché già li possedevo concettualmente prima e adesso mi venivano proposti in forma specificamente fotografica.
Effettualmente era la fotografia ad avvantaggiarsi dell’operazione (e figurati se ci si poteva aspettare di meno da Mastro Riccardo e dal suo devoto discepolo di sempre) e, quindi, il confronto dei soci è avvenuto sul risultato di un elaborato fotografico e meno sul tema.

Personalmente, ma rispettosamente, avrei preferito un percorso tematico laddove quell’idea di Porta d’Oriente fosse approfondita: quel ponte, le grandi navi alla fonda, il richiamo alla romanità, alla cristianità, la Madonna, i volti e le tradizioni che sono simili a quelli greci, albanesi, montenegrini, kossovari, fino alla nostra Venezia, mi parlavano tanto di radici europee. Ma questo è un tema o un discorso tutto da impostare, ancorchè, lo confesso, la strepitosa sequenza dalle mongolfiere mi spingeva più verso la fiaba di Disneyland che verso quella delle Mille ed una notte.

Le mie restano, ovviamente, pur sempre opinioni, che laddove possono suscitare interesse sono disponibili ad essere spiegate, chiarite e, se del caso, modificate.
Le esprimo perchè nel poco tempo concessoci nel nostro incontro, e con l’emotività che ne consegue, qualcosa può esssere non capita.

A tal proposito.
L’ottimo Pippo Boccaccini invitava i presenti a proporre delle domande che avessero un maggior senso fotografico ed evitare domande del tipo “agenzia di viaggio”.
Non mi sembra che qualcuno ne abbia proposto - semmai qualche informazione era stata chiesta in merito alla lunghezza e alla luminosità degli obiettivi utilizzati-; altre invece vertevano sulla volontà di conoscere la reale natura e composizione storica di una nazione.
Domande legittime per due ordini di motivi.
Il primo, e Pippo lo conosce benissimo, è dovuto al dovere di capire dove si va e cosa ci si aspetta in termini di difficoltà e di relazione (come il buon fotografo di matrimonio che conosce ancor prima di uscire, lo stile della chiesa o del Municipio, la presenza di un parcheggio e di un gabinetto, la disponibilità di una presa elettrica o la sospetta presenza di un malcreato parroco o di un vigile).
Il secondo perché effettivamente le “cose turche” ci appartengono: beviamo caffè come i turchi, pisciamo nei cessi della loro tradizione, fumiamo come loro, se privi di battesimo ci definiamo turchi piuttosto che atei, mangiamo coni gelato col turco, chiamiamo “a tucca” la donna di coppe, addentiamo le dolci “teste di turco”, amiamo il colore turchese, e la musica siciliana ha ritmi e atmosfere turche pur non avendoci, almeno loro, mai dominati (al più, i loro pirati ci hanno saccheggiato e rapito -“mamma, li turchi su arrivati alla marina”-).

Ultima annotazione, e lascio.
E’vero. Gli audiovisi si assomigliano tutti – come i film del resto - e con l’affollamento su You Tube la vicenda sta diventando stucchevole.
Sta a noi, con le nostre idee, mettere un po’ di originalità in questa stucchevolezza.
Ho paura, però, che la natura dello strumento possa essere d’ostacolo, quasi a dire che difficilmente ci si può allontanare dal suo impianto didascalico ed illustrativo.
D’altronde per quello era nato.

Passo e chiudo.
 
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Ultima Modifica: 2014/05/30 16:33 Da PipPap.
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#8891
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Re:Turchia... porta d'Oriente - 27/05/2014 9 Anni, 11 Mesi fa Karma: 2  
Caro Pippo, come sempre preciso e puntuale nei tuoi interventi.
Non entro nel merito dei lavori, troppo diversi per un confronto, né della tua disamina, troppo elevati la tua cultura e la tua esperienza.
Passo direttamente alla conclusione.
È vero che la fotografia è del tutto diversa da qualsiasi alta arte figurativa, è vero che ha grande capacità documentaria e testimoniale, è vero che dei milioni (miliardi?) di foto che si scattano ogni giorno la stragrande maggioranza servono proprio a questi scopi, incluse le foto segnaletiche, quelle giudiziarie, di riconoscimento, quelle dei libri scolastici di vario grado, quelle scientifiche, industriali e via di questo passo. È però anche vero che non è quella la fotografia cui ci rivolgiamo. Persino la fotografia più documentaria quale quella di reportage o di moda (in fondo non dovrebbe fare altro che riprodurre fatti o oggetti), se eseguita ad alti livelli, ha una componente interpretativa, emotiva e soggettiva di notevole impatto (tralascio qui gli aspetti tecnici). Quindi la fotografia è sì riproduzione, ma a mio modesto modo di intendere, se vogliamo parlare di "Fotografia", non solo questo. Anzi proprio al recente workshop organizzato dall'ACAF, Mario Cresci ci diceva che "chi fotografa deve anche guardare dentro di se e cercare tutto ciò che lo emoziona... non ci sono regole, bisogna vivere la libertà espressiva..." (liberamente tratto dai miei appunti).
E non è il solo: "la fotografia è per me uno strumento eccellente per liberare le idee. Sono psicologicamente sfinito dalla vastità della produzione di immagini, dai dibattiti inconsistenti e inconcludenti, dagli stereotipi visivi che incanalano la fantasia. Ho scelto di raccontare la vita dei sentimenti con immagini che mi permettono di esplorare nella conoscenza, la poesia della vita". Enzo Carli (da "Archeologia dei sentimenti", p.100).
E ancora: "... qui, ho preso coscienza di ciò che aveva motivato il mio impulso a girovagare, il mio ostinato fotografare fra culture lontane nel tentativo di catturare sentimenti e istanti che sentivo vicini alle mie origini." Ernesto Bazan (da "Cuba". Solo per citare gli incontri più recenti.
Quindi, ti prego di perdonarmi se, sulla tua "ultima annotazione", mi permetto di dissentire.

Con affetto e stima

Emanuele Canino
 
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Ultima Modifica: 2014/05/29 23:05 Da Caristofane.
 
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Re:Turchia... porta d'Oriente - 27/05/2014 9 Anni, 11 Mesi fa Karma: 9  
Amo il dissenso ovunque lo incontro.
Amo coloro che dissentono da quel che penso perché mi mettono nuovamente in corsa.
Amo veder dissentire quando l'onestà intellettuale lo impone; ancor più, se il percorso culturale intrapreso per comprendere la realtà che tanto amiamo ne ha bisogno, per smuovere la dialettica del confronto, dell'incerterzza e raggiungere la consapevolezza dell'approfondimento.

Sarai sempre il benvenuto nella "confraternita dei dissenzienti più o meno scalzi"; lo sai e, soprattutto, l'hai sempre saputo.

Cresci, Carli, Bazan, invero, sono coraggiosi interpreti di un percorso di ricerca espressiva oppositiva, altra, alternativa, anche contestataria ma vivono, pur sempre, in "questo" mondo.
"Questo" mondo vede e studia la loro personalità attraverso il libro, la sequenza, il commento, il dibattito; raramente attraverso un grido di aiuto; e, ahimè, troppo spesso, nel consenso organizzato e predisposto.

Alla luce di quanto sopra, come faccio a non perdonare il tuo dissenso se proprio questo cerco, anelo, "come la cerva l'acqua del fiume"?
 
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Ultima Modifica: 2014/05/30 17:51 Da PipPap.
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mary (Admin)
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Re:Turchia... porta d'Oriente - 27/05/2014 9 Anni, 11 Mesi fa Karma: 30  
rimanendo in tema "mongolfiere" mi sono imbattuta in questo splendido video

http://www.mondoaeroporto.it/20140528in-mongolfiera-sulla-cappadocia-in-turchia/
 
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