recensione di Emanuele Canino
Inizio col lo scusarmi con Alberto, Fia e Francesco (in rigoroso ordine alfabetico e senza alcuna priorità), per non aver scelto la loro foto, ma… basta! Non possiamo premiare sempre i top best,e lasciare fuori gli altri che finiranno col demotivarsi e non postare più niente. In effetti ho trovato la galleria di questo mese più vuota del solito: solo 10 immagini. Così ho preso la mia decisione: lasciare fuori i “grandi” che ormai neanche ci fanno più caso ad una segnalazione in più o una in meno e fare posto a qualcun altro (anche se piccoli mi sembra esagerato !). La decisione mi è costata non poca fatica, ma l’ho presa per il bene di tutti, spero che i “grandi esclusi” mi perdoneranno, ma per una volta sono stati bocciati perché… troppo bravi! D'altronde chi
lo è già aspira ormai al bravissimo. Insomma avete già capito a chi va la mia preferenza per la foto di Aprile, andiamo avanti. Mi auguro che gli “altri” incrementino la produzione perche spinti da una possibilità in più di essere premiati per le loro fatiche. Attenzione però: non sono ammesse cadute di “livello”.
Veniamo alla scelta di questo mese. Fra le residue ho scelto il valore della ricerca che in questo caso comincia a produrre dei frutti: ho scelto IMG_3793_BN_LR (???) “senza titolo” di Giuseppe Pagano.
Inizio proprio dal titolo: lo so a volte è difficile trovare un titolo adatto, avolte mancano le parole per esprimere un pensiero, a volte… manca un pensiero! E questo non è ammissibile.
Lo dico per esperienza personale, anche io mi sono trovato molte volte a non saper dare un titolo: grave errore. Una volta mi nascondevo dietro le teorie Bressoniane, ma CB dava comunque sempre nota di un luogo e di una data per contestualizzare l’immagine, per lui l’immagine doveva parlare da sola, senza aiuti esterni. Poi mi sono accorto di due cose: primo non sono CB (e su questo non ci piove!), secondo chi l’ha detto che la foto debba viaggiare nuda, senza il vestito di un titolo o di una didascalia? Come una bella donna si avvantaggia di un abito bello, così una foto trova utilità da un buon titolo o da una buona didascalia. Questi la completano, per così dire, e ci danno un primo indirizzo di lettura, una chiave, anche se a volte criptata, per entrare nell’opera. Del resto da che mondo e mondo le opere hanno un titolo, se non altro per poterle… indicare! E poi perché preparare un bel regalo per poi offrirlo nella busta anonima del supermercato?
Passiamo al cosa: ci troviamo in un’ambientazione notturna, in un luogo ed un’epoca imprecisati (appunto!), un lampione squarcia, con la sua traccia luminosa, il buio della notte, rapidi passanti si affrettano verso la meta, di questi uno è solo e viene colto in pieno dalla luce che sembra evidenziarlo rispetto a chi invece si mantiene anonimamente nell’ombra. Da qui, ma adesso parto per una tangente personale, nasce il dialogo fra il lampione e il passante solitario: “ dove vai tutto solo? E perché affretti il passo e non ristai?” “mi spiace ma qualcuno mi attende, sono già stanco del duro lavoro e non sono in vena di fermarmi qui con te; sarà per un’altra sera”… L’altra coppia si tiene lontana da questo duetto e preferisce rimanere nell’anonimato e nascondersi nell’ombra per non disturbare o per non essere disturbata.
Il contrasto fra il personaggio solitario e la coppia, le loro reciproche posizioni, la differente illuminazione, il mosso funzionale ad esprimere un’urgenza di andare, rappresentano per me il senso di questa immagine. Ma, ripeto, questa è solo una mia personale interpretazione. Magari l’autore velava dire qualcosa di completamente diverso, ma essendo l’immagine compatibile con numerose interpretazioni, alcune delle quali francamente meno poetiche, potrei essere del tutto fuori strada.
Il come: l’Autore ricorre ad un bianco e nero intenso, dai neri profondi, decisi. Il tempo relativamente lento è funzionale all’espressione dell’immagine L’attesa ha premiato con una adeguata disposizione dei soggetti, o forse si è trattato di colpo d’occhio. L’immagine comunque è stata composta a mano libera, perché rivela qualche imprecisione compositiva e un lieve micro mosso anche nelle immagini statiche: l’uso di un cavalletto le avrebbe giovato. Ma nell’insieme i rapporti, la scelta del momento e la composizione mi sembrano buoni.
Perché: il perché resta parzialmente oscuro proprio per l’assenza di titolo. L?autore lascia libera interpretazione al lettore e così i perché diventano molteplici e questo non sempre è un bene.
Vi lascio qui per non farla troppo lunga.
Auguri a Giuseppe e … ho già aperto l’ombrello e indossato l’impermiabile, vai con le critiche! 
Buona luce a tutti e buoni titoli
Emanuele Canino
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