Paolo Morello
La fotografia in Italia
Capolavori della collezione Morello
Contrasto, € 35,00
Spesso, mi si richiede di indicare i libri che, in buona fattura ed in economiche condizioni di vendita, possano fornire un valido strumento per crescere in “cultura fotografica” e disporre di un’antologia d’immagini di buona qualità e di curata selezione.
Giunge, quindi, opportuna rispetto a questa necessità, la pubblicazione voluta da Contrasto come strumento da raccordare con la splendida mostra allestita presso Forma- Milano, e ancor più, con i formidabili due tomi sulla “Storia della fotografia italiana 1945-1975”, curati dall’ottimo prof. Paolo Morello.
Come aperitivo per accostare l’intensa lettura di questi volumi, anch’essi editi da Contrasto, eccovi questo eccellente catalogo che definire tale è decisamente una deminutio non meritata.
Siamo, infatti, di fronte ad una raccolta d’immagini che per sapienza di scelta, meditata riflessione ed appassionata testimonianza appare essa stessa un magnifico testo di storia della fotografia.
Qualcuno domanderà: solo trent’anni? E perché proprio quelli?
Risponde lo stesso autore del libro e della collezione: preliminarmente perché in quegli anni la fotografia svolgeva una funzione sociale di gran lunga più ampia di quanto non accada oggi; in secondo luogo perché in quegli anni una generazione di giovani cominciò a pensare di fare della fotografia una professione impegnata e diversa; inoltre, grazie a questi giovani, gli ottimi esiti formali della fotoamatorialità di quella stagione fotografica trasmigrarono nel fotogiornalismo con contributi di eccellenza notevoli; ed infine, proprio in quegli anni, crebbe la tecnologia di strumenti, ottiche, sviluppi e carte che rese la riproduzione fotografica bella da produrre, vedere e conservare.
Una quarantina di autori sono presenti nel libro, grandi professionisti e grandi amatori. Alcuni nomi? Patellani, Monti, De Biasi, Berengo Gardin, Cerati, Merisio, Secchiaroli, Giacomelli, Branzi, Camisa.
E, poi, la solita appassionata (polemica?) presentazione di Paolo Morello che rivendica alla dignità dello storiografo l’attenta comparazione degli eventi, delle cause, delle origini, distinguendo tra opinioni ed interpretazioni e mantenendo sempre viva la simpatia e l’attrazione per questa materia troppo spesso lasciata alle vanità d’intellettuali modaioli e parolai. (Pippo Pappalardo)
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