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Maggio 2012 : Alberto Castro " chiudi iil nero"" (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Maggio 2012 : Alberto Castro " chiudi iil nero""
#7016
mary (Admin)
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Maggio 2012 : Alberto Castro " chiudi iil nero"" 11 Anni, 11 Mesi fa Karma: 30  
RECENSIONE DI EMANUELE CANINO


Mai come in questo mese è stata difficile la scelta per l’elevato numero di belle immagini pubblicate e per l’alta valenza di quelle selezionate nella rosa dei finalisti. Ho scartato le due foto vincitrici di Alberto perché mi sembrava troppo facile far vincere chi ha già vinto, così le ho considerate fuori concorso a priori. Nonostante questa importante esclusione mi restavano alla fine sei finaliste fra cui la scelta è diventata veramente impegnativa. Ho cercato di dimenticare chi le aveva postate, ho cercato di dimenticare i nomi e i volti, mi sono concentrato sulle immagini: tre meritavano ancora di vincere. Infine ho optato per premiare il coraggio della ricerca e ne ho premiata una quarta, anche se so che è una scelta temeraria che molti mi contesteranno, così ecco a voi la foto del mese: “chiudi il NERO” di Alberto Castro.
In verità questa foto mi ha stregato e non riesco a fare a meno di tornarci su varie volte. Elevatissimo il contrasto, fra il bianco brillante e il nero profondo, due, forse tre, grigi. Un panorama essenziale, quasi un quadro astratto. Un iperbole del contrasto, un funambolico equilibrio di sfumature per rendere i piani diversi. Eppure io li vedo quei cinque diversi piani, vedo le colline che gradatamente si alternano e si allontanano fino al bianco del cielo, etereo. Come onde del mare sembrano danzare ed ondulare sotto i miei occhi, ecco da un momento all’altro una cresta di spuma si spezzerà sulla cima di una delle colline. La striscia di fiori illuminata in primo piano, poi, è per me il capolavoro di questa immagine: sola divide due piani, spezza un nero che altrimenti risulterebbe un’unica insostenibile massa compatta, francamente troppo estesa per essere tolerabile, in due parti distinte e le separa nello spazio e nella profondità, creando allo stesso tempo un incrocio col piano successivo e andando a colpire esattamente l'angolo inferiore del quadro. Crea altresì l’unica chiazza di vita in quella che altrimenti sarebbe una terra nuda, senza un albero, un animale, una pianta ad interrompere il profilo glabro delle colline. La prospettiva aerea mi da’ poi l’impressione di volare su quelle colline come sospeso tra sogno e realtà, una realtà inusuale, aliena.

La scelta coraggiosa di aumentare così tanto il contrasto, fino a bruciare i bianchi e sprofondare i neri ha trasformato un paesaggio agreste tradizionale, un qualcosa di già visto, in una visione del tutto nuova: una visione apocalittica, sospesa a metà tra l’inquietante e il rilassante. Urlante di un assordante silenzio. Più sublime che pittoresca. Un'estensione quasi infinita di spazi in cui perdersi senza possibilità d'appello. Un'assoluta (e assolata) assenza di vita. Un deserto. Che mette paura e spaesamento. Ma offre infine una tenue speranza proprio in quella striscia di fiori in primo piano. Forse non tutto è perduto.

Spero non si rivolti nella tomba il povero Leopardi se, mutilando il suo capolavoro, prendo a prestito alcune frasi da quella che considero una delle più belle poesie mai scritte, ma le sue parole meglio delle mie sembrano esprimere le sensazioni che suscita in me questa foto.

… sedendo e rimirando interminati spazi … e sovrumani silenzi … ove per poco il cor non si spaura … così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.

No è troppo, scusatemi, devo riproporla per intero, non resisto a vederne i resti smembrati dalla violenza del mio turpe gesto.

“L’infinito” di Giacomo Leopardi

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e rimirando, interminati

Spazi al di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo, ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e il suono di lei. Così tra questa

Immensità s’annega il pensier mio:

E il naufragar m’è dolce in questo mare.

http://www.acaf.it/new/cm/displayimage.php?pos=-5718


 
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Ultima Modifica: 2012/06/03 00:54 Da mary.
 
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