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Cesare Colombo "La camera del tempo" (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Cesare Colombo "La camera del tempo"
#8904
PipPap (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: catania Compleanno: 1952-11-11
Cesare Colombo "La camera del tempo" 9 Anni, 11 Mesi fa Karma: 9  
Cesare Colombo
La camera del tempo
Contrasto

Da qualche tempo non proponevo niente su questa rubrica, che pure era stata messa a mia disposizione, generosamente, dall’ACAF per sollecitare il sottoscritto e gli amici tutti a proporre interessanti e salutari letture.
In effetti, costatavo che la crisi economica ha colpito tanti buoni progetti editoriali e alcune collane dalle quali attendevamo novità, soprattutto dall’estero, erano abortite o erano state abbandonate. Sì è ripiegato, infatti, sul libro catalogo, sulla riproposta storica, sulle riedizioni ma, di veramente importante, dall’inizio di quest’anno è giunto poco.
In questo campo, però, bisogna attendere e sperare; e la mia pazienza è stata ripagata.
L’editore Contrasto, per la collana “Lezioni di fotografia” – a mio avviso la più vivace tra le sue iniziative editoriali -, pubblica, a cura di Simona Guerra, “La camera del tempo” di Cesare Colombo, a €. 21,90 pagg, 335.
Trattasi di un libro che mi ripaga di tanta attesa e che potrete comprare, nei prossimi giorni, a prezzo scontato, durante il Meeting dell’Etna, in Viagrande, organizzato dal Le Gru di Valverde, dove, peraltro, ci sarà modo di incontrare e conferire con il famoso fotografo.

Beh, definirlo solo fotogafo, è un po’ limitativo.
Cesare Colombo, è stato, ed è, per amore e professione un fotografo, ma anche un grafico publicitario che si è confrontato con la grafica milanese con successo e soddisfazione, un giornalista innovativo, un critico tra i più preparati, un polemista avveduto e costruttivo.
Ed ancora, il curatore di mostre fotografiche tra le pìù penetranti degli ultimi anni, autore di testi fondamentali per capire il fenomeno fotografico in termini culturali, nonché un riconosciuto storico e docente universitario.
Eppure la sua milanesità lo riconduce a una dimensione fotoamatoriale, al glorioso Circolo Fotografico Milanese, dove suoi compagni di lavoro saranno De Biasi, Berengo, Nocera, Casiraghi e i protagonisti delle migliori agenzie, tutti bisognosi di una cultura che riscattasse la fotografia italiana mortificata negli anni del fascismo.
Ed ecco, allora, il nostro fotogtrafo assimilare la lezione di Cavalli, innamorarsi di Monti, mantenere un’autonomia artistica degna di un Giacomelli e, in virtù di un’autorevolezza fatta di letture mirate e meravigliose amicizie (Turroni, Colombo, Calvenzi, Lucas) guardare agli esiti più contemporanei della fotografia italiana con rinnovata fiducia ed ottimismo.
Insomma, ieri sera ho divorato questo libro in una nottata, rivivendo il contenuto della mia intera biblioteca e della mia giovinezza, desiderando paradossalmente di spostare all’indietro il mio anno di nascita.
Soprattutto ho pensato a com’era bella l’Italia e la nostra Milano. Proprio così, nostra. Preso dall’entusiasmo, ho anche pensato che non esista un luogo più bello da fotografare.

Voi, invece, non fate di questi sciocchi pensieri e ritornate sulle fotografie del nostro amico.
Il testo del suo libro è suddiviso in capitoli, ognuno dei quali copre un decennio.
Ogni decennio è come una stanza che ha come pareti, le testimonianze, i testi, i pre-testi e tante immagini.
Ognuna di queste pareti vi parlerà di testimonianze e di riflessioni, di considerazioni e di scelte esistenziali. Vi parlerà sempre dell’importanza della buona fotografia per tornare sul nostro passato anche quello più contradittorio, troppo speso sospeso tra “sogno e bisogno”; tornare, quindi, sui grandi che ne hanno costruito la storia; tornare sul terreno della cultura per capire che questa vicenda è nata da qualche parte perchè voluta, cercata; e sta andando in qualche direzione che attende la bussola dalla nostra attenzione.

Un gran bel libro, almeno per me; che fa piazza pulita di certi dibattiti da dopolavoro (con tutto il rispetto per i dopolavori) e di passatempi “pour epater les bourgeois” e mi tira prepotentemente per le orecchie verso l’impegno.
Qualcuno ricordava che i tempi sono tristi quando parlare del profumo delle rose è quasi uno scandalo. I seni delle ragazze, invero, sono caldi come prima, recitava Brecht, ma i discorsi dell’Imbianchino di turno ci ricordano di stare svegli.
Grazie Cesare anche per questo contributo a mantenerci viglili.
 
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Ultima Modifica: 2014/06/17 16:59 Da PipPap.
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