Chi fosse a Roma, de visu avrà la possibilità di verificare la potenza di questa mostra.
Chi fosse a casa, comprando il National Geographic del mese di gennaio, oltre alla rivista, avrà la possibilità di disporre dell prezioso libro-catalogo di Kazuyoshi Nomachi, fotografo di riferimento della celebre rivista e, per il sottoscritto, un punto di riferimento del nuovo reportage.
Un fotografo che prima di mettersi in viaggio percorre idealmente il percorso da intraprendere e, regolarmente, finisce poi per restituirci le sue scoperte, le sue delusioni, i suoi errori, e, visto che è di moda, le sue serendipità.
Ci fu un tempo in cui accompagnai uno di questi strani viaggiatori (era uno studioso di teatro) che non macinano chilometri e meridiani ma vanno alla ricerca di qualcosa di cui hanno bisogno; ad esempio, nel caso in questione, la ricerca del diavolo, cercando le tracce della sua presenza nel territorio visitato, nel linguaggio scambiato, nel cibo consumato, nel gioco, nella festa; fu un'esperienza che mi fece cambiare ogni opinione che avevo del reportage.
Il nostro amico giapponese, come già Monika Bulaj, cerca e fotografa con una selettività e una proprietà di linguaggio, anche a scapito del bel risultato, che raggiunge il fulcro sul quale poggiamo le leve della nostra attenzione.
Il sacro è qui il risultato di un fare (sacri-ficium) più che l'oggetto di un credere; e quindi è un modo di guardare e di incontrare.
C'è tanta buona roba in questa pubblicazione: cominciamo bene l'anno nuovo.
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