“L’occhio di Calvino”
di Marco Belpoliti,
edizione Einaudi.
Stuzzicato dalla nota dell’amico Alberto e provocato dalla citazione ivi contenuta circa i riflessi della città di Valdrada ne “le città invisibili’ vi invito a riprendere in mano quei testi letterari che magari ci imposero ai tempi del liceo e che ora possono tornare utili per una positiva e diversa considerazione del nostro gesto fotografico.
Quindi “Palomar”, soprattutto, ed ancora “L’avventura di un fotografo” in “Gli amori difficili”; ma tutta la produzione dello scrittore ligure è contrassegnata dall’atto del vedere.
“L’unica cosa che vorrei insegnare –dice- è un modo di guardare, cioè di essere al mondo”
In cosa consiste il visualismo calviniano ce lo spiega benissimo Marco Belpoliti nel volume Einaudi in epigrafe. E scopritelo da soli.
Grazie ai libri di Calvino l’Autore riflette che la letteratura può molto insegnare alla fotografia, anzi essa stessa può divenire una lente speciale attraverso cui osservare l’inesauribile superficie delle cose.