Cari amici,
le belle parole piacciono a tutti, anche a me; e confesso che il vs. riscontro ha dissipato i miei dubbi circa l’opportunità delle mie divagazioni (sulla loro qualità permettetemi di nutrire ancora qualche riserva).
Ad ogni buon conto, vi ringrazio.
Intendevo offrire, più che un vademecum, una teoria metodologica di approccio alla partecipazione di un qualunque Contest: ovviamente a futura memoria.
Volevo, una volta ancora, essere utile e, figuratevi che, pur di essere presente e partecipe alle vostre ricerche, avevo immaginato, previa convocazione, anche una location post “messa domenicale”, anonima, davanti a Savia; un’estemporanea discreta quanto autentica (anche se, lo riconosco, come modello avrei rovinato tutti i tavolini).
Ma non ho avuto il coraggio di prendere l’iniziativa.
La verità è che invecchio; e non potendo seguirvi, sotto le stelle, sopra un trenino o lungo le strade, provo a spremere le meningi per far uscire qualcosa di buono da queste sclerotiche arterie.
Son d’accordo con te, caro Vito, il quiz, a conti fatti, non era dei più facili; ma non potevo non suggerirvi l’immagine giocosa di due bambini, di un sognatore, di una bella donna e di un saggio vecchio folle, tutti ridenti,disobbedienti, in aria, sospesi attorno ad …… un tavolino.
E poi il quiz, lo avete capito benissimo, mi serviva solo come test di provocazione e di verifica.
Per intanto, andiamo avanti preoccupandoci di non sbagliare, o di sbagliare bene.
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