Che periodo strano stiamo vivendo.
Ogni volta che ricordiamo la scomparsa di un fotografo ci sembra proprio che il nostro bosco dell'immaginario sia stato privato irrimediabilmente dell'albero più caro. La morte, lo sappiamo, è qualcosa di assolutamente naturale, eppure in questi giorni ogni notizia luttuosa ci appare come un grano di un rosario che non vuole chiudere la sua posta.
Giorno 9 novembre è morto Bruno Barbey, fotografo francese, membro e già presidente dell'agenzia Magnum; fotografo tra i più rappresentativi di quella compagine di cui ha rappresentato lo spirito lungo tanti reportage realizzati in tutti i continenti.
Noi generazionalmente vogliamo ricordarlo per due grandi operazioni fotografiche ovvero la documentazione appassionata e sincera del maggio francese grazie alla quale capimmo che quel tempo rivoluzionario non fu solo contestazione e violenza; e ancor più la bellissima radiografia della nostra nazione specialmente quella che visse gli anni del boom economico.
Qui Barbey anticipò stilemi e icone della cosiddetta street photo realizzando delle immagini innovative eppur storiche.
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