Robert Frank (1924)
Con gli anni '50 Robert Frank entra prepotentemente nel panorama fotografico mondiale. Lo fa attraverso il suo più grande lavoro "The Americans".
Per la critica statunitense dell'epoca, "sbaglia" già nel contenuto, ma è un errore calcolato, è un voler vedere ad ogni costo attraverso gli occhi della verità, dai margini della società verso la realtà degli americani. Frank vede con gli occhi di chi vuole conoscere e mostrare agli altri ciò che esiste al di là dei margini. Lo fa con un registro che farà storia. Foto "errate" per l'estetica del tempo come il suo contenuto.
"Sbaglia" il cosa allo stesso modo del "come", ma decisamente azzecca il perché.
All'interno del suo libro, assolutamente da avere, sfogliare e conoscere (parliamo del libro che è considerato in America il più importante libro fotografico pubblicato dalla fine della seconda guerra mondiale, libro chiave e fonte d'ispirazione per buona parte della fotografia moderna), propone inquadrature scorrette, spesso realizzate con luce insufficiente, lasciando spesso (forse) il suo click al caso, senza rinunciare tra i suoi negativi a ciò che chiunque al suo tempo avrebbe scartato. Scatta fuori fuoco, lasciando che il mosso mostrasse la sua veste migliore, introducendo grande novità in quella che al tempo veniva etichettata da alcuni suoi connazionali come una fotografia sciatta ed insignificante una "cheap photography".
Fu la scuola tedesca a scoprire Robert Frank ed a mostrare al mondo intero il suo "The Americans" che attraverso l'Europa tornerà in patria per divenire il capolavoro che è.
"Robert Frank, svizzero, discreto, carino, con quella piccola macchina fotografica che tira su e fa scattare con una mano, ha estratto una poesia triste dal cuore dell'America e l'ha fissata sulla pellicola, così è entrato a fare parte della compagnia dei grandi poeti tragici del mondo.
A Robert Frank adesso mando questo messaggio: tu sai vedere.
E dico: quella ragazzina ascensorista tutta sola che guarda in su e sospira in un ascensore pieno di demoni confusi, come si chiama? Dove abita?"
Jack Kerouac
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