Lee Friedlander (1934)
Fotografo americano ed artista.
Lee Friedlander sviluppa nel ventennio degli anni ‘60 e ’70 un linguaggio basato sul
"social landscape" largamente seguito, sviluppato e re-interpretato sino ai giorni d’oggi.
Friedlander studia fotografia all’
Art Center College of Design in Pasadena, California. Nel 1956, si trasferisce a New York dove inizia la sua attività professionale come fotografo di scena, in special modo per eventi legati alla musica ed al jazz in particolare. I suoi primi lavori sono chiarmente influenzati dai grandi
Eugène Atget, Robert Frank e Walker Evans. Nel 1960, ma anche nel 1962 e nel 1977 la
Guggenheim Memorial Foundation gli assegna tre importanti riconoscimenti (anche economici) che gli consentono di approfondire i suoi temi fotografici e sviluppare i lavori in itinere.
Lee Friedlander è comunque molto famoso anche per i suoi lavori legati alla vita urbana, fotografia centrata quindi su momenti di vita in strada, in cui i riflessi rappresentano una costante cifra stilistica. Recinzioni, vetrine, cartelli stadali, semafori, tutto insieme intercciato alle figure umane ed ai manichini, rientrano nella sua fotografia dalla quale anche
Luigi Ghirri fu incuriosito ed ispirato qualche anno più tardi. Il caos delle Città ed il nuovo divenire di esse, sono quindi i temi indagati dal fotografo. Ama quindi fotografare attraverso i riflessi, ama immortalare le persone specchiate nelle vetrine, ha lavorato con gli specchietti retrovisori delle auto ed inserisce spesso la sua presenza attraverso la sua ombra nei suoi fotogrammi.
“Somebody else could walk two feet away to get those poles and tress and other stuff out of the way, I almost walk two feet to get into it, because it is a part of the game that I play. It isn’t even conscious; I probably just drift into it… its like a found pleasure. You’ve found something that you like and you play with it for the rest of your life.”
Lee Friedlander
Nel 1963 la prima personale al International
Museum of Photography e poi al
Museum of Modern Art in New York City insieme a
Garry Winogrand e Diane Arbus. Nel 1973, il suo nome si lega ai
Rencontres d'Arles con
"Soirée américaine : Judy Dater, Jack Welpott, Jerry Uelsmann, Lee Friedlander". Nel 1990, altro grande riconoscimento dap arte della
MacArthur Foundation.
Altri premi e riconoscimenti importanti sono legati al
Royal Photographic Society in occasione del 150° Anniversrio nel 2003. Nel 2005 una mostra antologica con circa 400 fotografie rappresentanti della sua carriera al
Museum of Modern Art, poi ripresentata nel 2008 al
San Francisco Museum of Modern Art. Sempre nel 2005 il premio Hasselblad.
“You don’t have to go loing for pictures. The material is generous.
You go out and the pictures are staring at you”.
Lee Friedlander