Michele Canzoneri (1944)
Artista Palermitano. inizia la sua carriera come scultore (Gav, sculture luminosa). Amante della carta antica (Brdo Thodol 1977), cura anche importanti attività legate alla scenografia. Lavora anche sulle vetrate del Duomo di Cefalù, alla scenografia di
"Norma" al Teatro Bellini di Catania, sulle vetrate della chiesa San Pio a S. Giovanni Rotondo.
Giovanni Pepi (1947)
Giornalista agrigentino dirige oggi
"il Giornale di Sicilia", oltre che sito internet, televisione e radio associati.
Fotorafo per passione, ricercatore appassionato degli interstizi, di ciò che accade laddove non cerca nessuno… Giocoliere di
Luce e Ombre. Ha esposto le sue opere a Palermo, a Capo D'orlando, ad Agrigento ed a Cefalù.
Giovanni Pepi è attento osservatore attratto da luce ed ombre, da tutto ciò che potrebbe a primo acchito apparire scontato, da tutto ciò che è quotidiano intriso di caratteri marginali e periferici… Sono allora luce ed ombre di anfratti e di interstizi, in cui spesso si incontra con i riflessi.
"(…) pensiamo per esempio alle pozzanghere dove si realizzano riflessi che costituisco sistemi di linee; oppure pensiamo alle vetrine colpite in senso obliquo da una luce che poi si confonde con altre luci, ecco dentro l'ombra della vita comune, quotidiana, ci sono tantissime cose che l'occhi vede e che non fissa, cose che esclude dal suo interesse". Giovanni Pepi riconosce certi riflessi combinati a certe particolari situazioni di luce e da queste combinazioni nascono paesaggi, forme e scenari alternativi, quasi immaginari, ma allo stesso tempo reali che formano geometrie e paesaggi fantastici, dove luci, ombre bagliori ed opacità si danno appuntamento quasi a ricreare immagini che aspettano solo di essere raccolti da sguardi sapienti. Tali influenze, forse tipiche dell'impressionismo sono comuni anche a
Michele Canzoneri, con cui Giovanni Pepi condivide questi interessantissimi
"Appunti".
Appunti, già, come tutti quelli sui diari di Canzoneri accompagnano ad ogni suo lavoro. Idee, costruzioni, riflessioni di ogni impegno sono meticolosamente annotate su diari di carta antica, creando una sorta di opera nell'opera. Appunti che consentono di verificare gradualmente come
"il tratto si dilata, diventa chiaro scuro, entra nella realtà. Acquista vita con l'ombra". (…) "I riflessi moltiplicano così, come in un gioco di specchi, la visione, ne amplificano la durata, ne dilatano l'espansione nello spazio e finiscono per disegnare una geografia intima di tracciati divaganti che si offrono ad altri sguardi.
L'assenza di una qualsiasi topografia riconoscibile o familiare consente infatti una immedesimazione pressoché totale, empatia, incondizionata, con gli scatti via via proposti: a trionfare in essi è quasi sempre un'aria elettrica, umida sulla quale scivolano onde lente, e risacche dello spirito, barche attraccate al molo o alla devia,riflessi smaltati di lamiere e carrozzerie, vetri frantumati e quotidiana banalità che appartengono alle esperienze di tutti ma su cui solo di rado riusciamo a fermare uno sguardo del tutto consapevole, quando guardare e vedere finalmente coincidono. Un esercizio sempre più raro, di educazione dello sguardo, cui spesso ci si sottrae per paura o disaffezione."
Tratto da
"Appunti (e Ombre)"
opere di Michele Canzoneri e Giovanni Pepi
Edizioni di Passaggio 2012
foto di Giovanni Pepi