Deborah Turbeville (1937)
Fotografa americana, Deborah Turbeville non si considera una vera e propria fotografa di moda: il suo lavoro
unisce la fotografia commerciale e quella artistica, attraverso un ben definito stile proprio, fatto di immagini
spesso volutamente sfocate, sgranate, distorte, graffiate, sovra esposte, perennemente avvolte in una
malinconica nebbiolina autunnale dal sapore onirico; impossibile guardandole e non rimanere prigionieri. Tali
tecniche, idee ed atmosfere ovviamente ricercano spesso altre dimensioni espressive che ben si conciliano
con il mondo dei riflessi, degli specchi, dei filtri ottenuti fotografando il soggetto attraverso vetri, finestre e
materiali semitrasparenti.
I racconti di Deborah Turbeville, per usare le sue parole, sono
“fotogrammi di un movie che non hai visto ma
che avresti voluto vedere”.
Deborah Turbeville arriva alla fotografia dopo un percorso professionale legato però alla moda.
Nata nel 1937 a Boston e cresciuta nel New England, giunge a New York a 19 anni per lavorare
come assistente della fashion designer
Claire McCardell. Inizia a lavorare come fashion editor nel 1963 per
la rivista
Harper's Bazaar, collaborando con
Marvin Israel e con un team di fotografi come
Diane Arbus,
Richard Avedon, Polly Mellen e Isabella Blow
Nel 1966 si reca in Yugoslavia, dove realizza una serie di scatti che al suo rientro mostra subito ad Avedon,
il quale riconoscendo il talento decide di guidarla attraverso la fotografia.
Nel 1967 passa alla rivista
Mademoiselle. Oggi spende la sua vita tra New York, Messico e San Pietroburgo.