Albert Watson (1942)
Fotografo scozzese tra i più conosciuti e ricercati di fashion e commercial degli ultimi 40 anni. Nato ad Edimburgo figlio di un pugile e di un’insegnate di educazione fisica. Ha studiato graphic design presso la
Duncan of Jordonstone College of Art a Dundee e film e televisione presso la
Royal College of Art a Londra.
Nel 1970 si trasferisce a Los Angeles, insieme alla moglie Elizabeth. Watson inizia a fotografare, coglie le sue occasioni, le sa sfruttare fino a distinguersi molto presto ed essere praticamente subito identificato e seguito dalle più importanti riviste di moda come
Mademoiselle, GQ e Harper’s Bazar.
Nel 1973, uno dei suoi più celebri ritratti oggi icona e molto spesso riproposto: il ritratto di
Alfred Hitchcock che regge l’anatra spennata dal collo che quell’anno uscì sul numero di natale di Harper's Bazaar's. Sono oggi moltissime le immagini icona di Waston. Ha ritratto personaggi molto noti, stars di Hollywood, stars del rock, modelle famosissime, persino il
Presidente Clinton e la
Regina Elisabetta.
Nel 1976, inizia la sua lunghissima esperienza con
Vogue che con il conseguente trasferimento a New York sanciscono l’esplosione della sua carriera.
Inizia anche la sua sterminata attività fotografica per le campagne pubblicitarie più importanti. Suoi clienti sono infatti
Gap, Levi’s, Revlon, Chanel. Dirige più di 500 commercials e realizza decine e decine di locandine per I più famosi film di Hollywood: basti pensare a
"Kill Bill," "Memorie di una Geisha", “il Codice Da Vinci”, etc. Anche il famoso ritratto di
Steve Jobs è suo.
Il suo lavoro è stato esposto nelle galleria di tutto il mondo. Annovera più di 200 copertine per
Vouge, circa 40 per
Rolling Stone, etc. In America è considerato alla stessa stregua di
Richard Avedon e Irving Penn.
Dal 2004, Watson espone al
Museum of Modern Art di Milano; al
KunstHausWien di Vienna; al
City Art Centre di Edimburgo; al
Foto Museum di Antwerp in Belgio; al
NRW Forum di Düsseldorf, ed ancora ha esposto al
National Portrait Gallery di Londra, al
Metropolitan Museum of Art di New York, al
Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, al
International Center of Photography di New York ed al
Deichtorhallen di Amburgo.
Watson ha pubblicati diversi libri:
“Cyclops“ (1994), “Maroc” (1998), "Albert Watson" (2007), "UFO: Unified Fashion Objectives" (2010), "Strip Search," (2010) in due volumi, etc.
Anche lui ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti e premi, tra cui ricordiamo
Lucie Award, il
Hasselblad Masters Award, tre
ANDY Awards, il Royal Photographic Society's Centenary Medal, etc.
Watson tuttavia non è solo un fotgorafo di moda… La sua sterminataproduzione, si concretizza negli archivi del suo studio in Manhattan dove sono conservate milioni di immagini e negativi. Il suo studio è anche una
“personal gallery” ricca di straoridnarie fotografie in grande formato scattate a Las Vegas. Fotografie di paesaggio, di interni, ritratti e dettagli sorprendono per la loro delicatezza e per le loro ricche cromie. L’osservatore è attratto da queste immagini, si avvicina e sembra compenetrarvi, ma quasi sempre ad un certo punto è l’immagine stessa che sembra voler mantenere le distanze.