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Re:RIFLESSIONI SUI RIFLESSI (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Re:RIFLESSIONI SUI RIFLESSI
#8841
alb.o (Utente)
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Mirrors and lights - 2009

installazione composta da due specchi circolari posti uno sopra l'altro, in verticale, uniti da un cordone di lampade accese. Il risultato per l'osservatore è ovviamente variabile secondo il punto di vista. Apparentemente un'installazione che se vista con il sistema di riferimento dello scatto che segue si limita ad incuriosire lo spettatore, mentre decisamente diverso il significato ed il senso dell'opera se interagendo con essa si guarda il riflesso interno ad uno dei due specchi (foto che segue). In questo secondo scatto si palesa con grande evidenza il senso dell'infinito e della luce.






Jeppe Hein
 
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Ultima Modifica: 2014/04/29 17:27 Da alb.o.
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#8842
alb.o (Utente)
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Mirrors and lights - 2009






Jeppe Hein
 
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#8843
alb.o (Utente)
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Jeppe Hein (1974) - artista danese

Si forma alla Royal Danish Academy of Art, (1997 e 2003) ed alla Städelschule di Francoforte (1999 e il 2000). Jeppe Hein fa dell'interazione con il pubblico strumento irrinunciabile della sua poetica.

''Sfidando l'attenzione fisica dello spettatore, si stabilisce un dialogo tra l'opera d'arte, l'ambiente circostante e il pubblico e ciò offre alla scultura una qualità sociale''.
Jeppe Hein

Amante del minimalismo rintracciabile nei materiali, nelle geometrie e nelle forme in senso lato, Jeppe Hein sviluppa le sue creazioni che sono ormai esposte nelle piazze e nei musei di tutto il mondo (fino allo scorso 16 febbraio al MAMbo di Bologna). Nell'esposizione bolognese, intitolata "la Grande Magia" l'artista danese tratta la trasformazione della materia attraverso lai modifica della realtà per immagini. Infatti, come per magia, al variare del punto di vista varia il significato e la realtà. Il punto di vista può essere liberamente cambiato dal visitatore, che attraverso il suo movimento e le sue scelte interagisce con l'opera.

In genere la moltiplicazione degli sguardi, la distorsione delle stesse attraverso increspature, tagli, sfregi e simili sulle superfici dei materili traslucidi scelti di volta in volta, nonchè il continuo cambio di punto del vista e della prospettiva costituiscono la base del suo lavoro e della sua poetica.

"La visione di se stessi e degli altri cattura lo spettatore grazie alle continue inversioni degli specchi e alle mutazioni nell'arco di un momento di figure e dimensioni. Lo svelamento totale della sala e del pubblico attraverso le superfici riflettenti diventa parte dell'opera. Le certezze come terra, spazio e realtà si perdono nella distorsione e nel riflesso, tanto che lo spazio sembra espandersi nell'infinito".
(...)
"L'arte per Hein può essere uno strumento per provare a infrangere le tradizionali attitudini e aspettative. L'arte come l'architettura è un mezzo di espressione nello spazio attraverso aspetti comunicativi e funzionali, con la capacità di intervenire nel campo dell'interazione sociale, e per formare costellazioni sociali''.
(Francesca Pierleoni)
 
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Ultima Modifica: 2014/04/29 17:49 Da alb.o.
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Jaromír Funke (1896-1945)

Fotografo Cecoslovacco.
Nel 1919 inizia ad indagare le possibilità della fotografia concettuale partendo dal cubismo, attraverso il costruttivismo fino all’espressionismo. Fortemente influenzato da Frantisek Drtikol fece decisamente parte dell’avanguardia cecoslovacca della prima metà del ‘900.
Nel 1931 inizia ad insegnare fotografia a Bratislava e Praga.
Un’altra importante amicizia quella con Joseph Ehm con il quale durante l’occupazione nazista continuò a rischiare la vita nel pubblicare la rivista avanguardista Photographic Horizon.


 
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#8855
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altre immagini di Jaromír Funke


 
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#8882
alb.o (Utente)
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Re:RIFLESSIONI SUI RIFLESSI 10 Anni, 5 Mesi fa Karma: 2  
Lisette Model (1901 - 1983)

Fotografa americana di origine austriaca.

Nata a Vienna, a 19 anni inizia a studiare musica con Arnold Schönberg. Nel 1924 parte per Parigi dove studia pittura e le nozioni di base della camera oscura. Nel 1937 realizza una serie di fotografie scattate sulla Promenade des Anglais di Nizza, ritratti dai quali si coglie già il seme della sua poetica incentrata sulla insicurezza e sulla solitudine. Poco dopo il matrimonio si trasferisce a Manhattan, e lavora per la rivista PM e collabora con Harper's Bazar. Qui le prime pubblicazioni. Nel 1947 inizia ad insegnare presso l'Institute of Fine Art di San Francisco prima ed a New York alla New School for Social Researches più avanti, dove stringe amicizia con Berenice Abbott. La sua allieva più famosa è Diane Arbus.
La critica d'arte Elizabeth McCausland ha scritto che il suo lavoro è "un'inconscia rivolta contro le regole".

 
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Ultima Modifica: 2014/05/26 17:38 Da alb.o.
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