Wynn Bullock (1902 – 1975)
Fotografo americano tra i più famosi del
XX secolo.
Wynn Bullock nato a Chicago e cresciuto in Sud Pasadena, California.
Inizia giovanissimo una carriera di cantante, prima a New York, dove si stabilisce finiti gli studi del lice, e poi in Europa (Francia, Germania ed Italia). Nel periodo parigino, restò affascinato dal
periodo impressionista e post impressionista e scoprì il lavoro fotografico di
Man Ray e
László Moholy-Nagy. A Parigi inizia la sua magnifica esperienza nel mondo della fotografia.
Nel 1930, Wynn ritorna negli USA in West Virginia, dove continua a fare il fotoamatore. Nel 1938 si sposta con la famiglia a Losa Angeles dove inizia a studiare fotografia alla
Los Angeles Art Center School, dopo aver provato, con scarso interesse, a studiare giurisprudenza.
In quest’epoca Bullock è fortemente influenzato da
Alfred Korzybski, il quale insisteva sul fatto che
"la parola non è la cosa". Questo principio afferma che la lingua separa le persone dalla realtà degli avvenimenti. I suoi primi lavori subiscono quindi il fascino delle sue esperienze ed incontri fin qui avuti. In questo periodo, e non a caso, sviluppa un procedimento di solarizzazione praticato nel negativo anziché nella stampa positiva e perfeziona un particolare effetto di stampa atto ad ottenere un grande dettaglio di nitidezza e un particolare effetto rilievo.
Nei primi anni 40, iniziò a lavorare come fotografo, finchè non si arruolò. La sua prima esposizione individuale, svoltasi nel 1941 al
Los Angeles County Museum, è un successo unanime di critiche.
Nel 1946, dopo la guerra, Bullock si stabilisce a Monterey. Qui apre e dirige uno studio fotografico.
I suoi eccellenti lavori commerciali gli permettono di vincere numerosi premi. E grazie ad essi nel 1948 incontra
Edward Weston, che lo influenza nella riscoperta del realismo e la bellezza tonale. Da questo momento intende la fotografia non come un progetto da costruire e realizzare, ma come una vera ed onesta modalità di apprendere direttamente dalle cose. Inizia a concepire la fotografia come qualcosa che va oltre l'oggetto rappresentato, un anello di comunicazione tra il mondo interiore delle idee e quello esteriore della natura, implicando tanto l’abilità del fotografo nel rendere simbolicamente degli oggetti tridimensionali, quanto la coscienza dello spettatore nel riconoscere e reagire ai simboli che creano l’illusione. Il suo pensiero artistico, in continua evoluzione,assume i tratti di una vera e propria filosofia, nella quale l'immagine rappresenta un mezzo di indagine dell'esistenza: le sue fotografie, ambigue, profonde, penetranti ed enigmatiche come gli aspetti spirituali legati all’esistenza stessa, sono metafore di idee più ampie, che portano a pensieri profondi di tipo esistenziale quali il trascorrere del tempo o l'inevitabilità della morte.
"Nelle fotografie esiste una verità profondamente paradossale. Gli oggetti possono essere fissati nel tempo dal punto di vista delle loro qualità specifiche, fisiche, esteriori, ma lo spirito può reagire a questi stessi oggetti come a degli avvenimenti che corrono nel tempo.”
Wynn Bullock