Etna walk
Camminare accanto alla natura che ami, di cui hai cura oltre che conoscenza, che insieme ai conpagni di avventura e di poesia hai costituito come punto di riferimento esistenziale e mataforico per spiegare il tuo tempo libero, per misurare le tue capacità, per capire qual è il tuo posto sulla superfice popolata del pianeta; e magari provare a trattenere l’immagine di quest’esperienza perché il procedere può apparire effimero, per la natura delle cose, degli accadimenti, del tempo che avanza, per le immagini altre, quelle esterne, che fagocitano quel che stai provando, quel che vuoi comunicare?
I ragazzi di Etna walk, ieri sera, ci hanno raccontato con i loro filmati e con le loro fotografie, questo eterno romanzo dell’esistenza, questo desiderio di confronto e di “misurazione”.
Ci è parso, allora, di risentire i nostri fotografi subacquei desiderosi di trasmetterci i segreti del mondo sommerso, e mi è parso di rivedere i miei amici ornitologi che un tempo erano famelici cacciatori e, oggi, accarezzano i contorni delle nuvole.
Con loro, in loro, tanta onesta volontà, tanta forza nelle gambe e, sempre, gli occhi oltre il freddo, oltre il vento, oltre i tremori, oltre l’ignoranza.
“Guardiamo - sembra di ascoltarli – insieme, oltre i gas, oltre il timore di un parossismo, oltre il trascorrere del tempo, e cominciamo a conoscere una nuova dimensione che non è solo ritmo geologico, o apprendimento biologico o esercizio fisico”.
E', allora, avventura? Sì, certo.
E’ innamoramento? E come si può negare: c’erano appuntamenti con l’amata, attese traditrici, brindisi, abbigliamenti che parlavano meglio dei sorrisi, notti anfrattate da sognare e vivere insieme.
E’, allora, “quell’avrò cura di te” di cui parla Battiato? C’è anche quello.
Anzi, proprio quello. Guardare non contiene, forse, un possibile etimo ricollegabile a un “fare la guardia”?
Anche se intorno c’è burocrazia, diffidenza, paura e soprattutto ignoranza; che ostacola il desiderio di comunicare e condividere il tempo liberato e l’immagine compiuta; ma resta il cammino e l’attesa, esperienze che da sempre sappiamo esaltanti per la nostra umanità.
Ieri sera, i nostri potagonisti, con garbo e sapienza, custodi consapevoli di concreti ed efficaci saperi, con semplicità e grazia ci hanno confidato quanto raccolto “supra a muntagna” senza dimenticare quanto hanno custodito nel loro zaino e quanta risoluzione hanno raccolto per camminare con intelligenza e libertà dentro un’esperienza (esperienza e non palcoscenico), che dovrebbe essere di tutti.
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