“Blues in memoria di un amico”.
Stasera abbiamo sperimentato la complessa e potente natura dell’immagine.
L’ospite convocato per le nostre “serate in rosso”, quelle curate dal ns. Presidente Emerito C. Di Guardo, è stato l’avv. Rino Perna, nostro amico, ottimo fotografo, Presidente del G.F. Prometeo.
Ma, lui non poteva esserci materialmente perché un clic, cardiaco e non fotografico, non calcolato e assai bizzarro, ce lo ha sottratto un anno fa.
C’era, però, la sua immagine, anzi le sue immagini. E, così, tutto è ritornato presente perché tutti abbiamo fatto memoria, andando oltre il ricordo, oltre il rimpianto, oltre la naturale tristezza.
La memoria ci ha ricordato che, insieme, guardavamo in determinate situazioni cercando, tra i nostri orizzonti, spiegazioni e risposte negli accadimenti che fotografavamo.
Le memoria, sempre lei, ci ha ricondotto su quelle aspirazioni artistiche che umilmente andavamo nutrendo.
La memoria, infine, ci ha permesso di rivivere vere emozioni che sembravano, almeno per alcuni di noi, messe da parte e che invece sono ancora qui, accanto, e vogliono essere riconosciute perché importanti: mi riferisco alla volontà di vivere ancora e insieme i nostri giorni futuri; mi riferisco allo sbigottimento della constatazione di un’assenza; mi riferisco al dolore.
E quindi, e poi, scendendo tra le piccole cose che fortemente amammo, condividere il ritornello di una ballata, entusiasmarci per un’impresa, sorridere di una fanciullezza che voleva resistere nonostante il tempo.
Ecco, la fotografia di Rino si è fatta trama di quest’esperienze collegando il viaggio con la scoperta, l’avventura con lo stupore della conoscenza nuova, l’onestà dello sguardo con la cavalleria del gesto.
Un aristocratico della visione?
Certamente, che metteva, però, a disposizione di tutti quanto da lui apprezzato: un doppio whisky scozzese come l’eccezionale moscato di suo padre, il narrare più fiabesco e didascalico come la saga più epica ed eroica.
Poi, domani, da qualche parte, un andante di Mozart o un arpeggio di J. Lennon, accompagneranno ancora lo strano dialogo di persone che si diranno: “Mi passi una Velvia 50?” oppure “Questo polarizzatore è pulito?”.
Pochi ricorderanno: “Noi pochi, felicemente pochi, un manipolo di fratelli!”
Qualcuno, però, tornerà a guardare; stavolta sorridendo.
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