Letteratura e fotografia
di Silvia Albertazzi,
pag, 135, €. 12,00
Caroccci editore, 2017
Amo quei libri che mi riconducono, leggendoli, alla lettura di altri libri, che, magari, l’Autore ha citato avendone sperimentato l’importanza e la qualità.
Il libro che vi suggerisco è uno di questi; e non si fa fatica a capire le ragioni di quanto sopradetto se dichiariamo che trattasi di un testo, scritto dall’ottima Silvia Albertazzi (Università di Bologna), per guidarci nei complessi e affascinanti rapporti che legano la fotografia e la letteratura.
“Che la fotografia, fin dal suo apparire, abbia influito sulla letteratura sia a livello tematico sia sulla stessa scrittura, mutandone attitudini, modi, ritmi e aumentandone l’autocoscienza” è un’esperienza che abbiamo assai spesso incontrato: pensiamo al libri di Berger che spesso abbiamo recensito in questa rubrica, pensiamo agli incontri con Ferdinando Scianna, a quelli con Diego Mormorio, pensiamo, anche, alla costruzione tematica- narrativa di tante nostre sequenze fotografiche.
In questo breve ma ricchissimo lavoro, ricco di apparati bibliografici e rinvii, si guarda anche all’individuazione di un filone letterario che ricalca il dispositivo fotografico, che ne assume la natura e la funzione per scambiarne la forza narrativa, per incrociarne i possibili sviluppi in termini di tecnica narrativa e di rappresentazione.
Ma che succede quando la fotografia è essa stessa, materialmente, l’oggetto-soggetto della narrazione? Che succede quando il protagonista dell’opera letteraria è un fotografo o qualcuno che si muove nel bosco affascinante delle immagini fotografiche (l’esperienza dei conterranei Verga, De Roberto, Capuana sta accanto alla nostra porta).
Questo libro oltre a spiegarvi le circostanze storiche che hanno reso concreto questi incontri, ne commenta criticamente le conseguenze, e i contributi in termini di riflessione e di esperienza emotiva, muovendo dagli esordi della fotografia e giungendo fino agli ultimi fototesti.
Vi guiderà in maniera emozionante tra le contaminazioni fascinose formulate lungo quel percorso che va dal testo alla foto e dalla foto al testo.
Indispensabile sotto l’ombrellone o sotto l’ombra di un albero; irrinunciabile, poi, a casa, quando si tratterà di rimeditare sul nostro modo di “leggere l’inchiostro e lo sguardo”.