ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

 
  • Decrease font size
  • Default font size
  • Increase font size
ACAF Forum
Benvenuto/a, Ospite
Prego Accedi o Registrati.    Password dimenticata?
Scianna: Istanti di luoghi (1 in linea) (1) Visitatore
Vai a fine pagina Rispondi al messaggio Preferiti: 0
Discussione: Scianna: Istanti di luoghi
#9866
PipPap (Utente)
utente platinum
Messaggi: 1122
graphgraph
Utente non in linea Clicca qui per vedere il profilo di questo utente
Sesso: Maschio Ubicazione: catania Compleanno: 1952-11-11
Scianna: Istanti di luoghi 7 Anni, 2 Mesi fa Karma: 9  
Ferdinando Scianna
Istanti di luoghi
Contrasto editore



Il nostro amico Ferdinando è di nuovo in libreria e, in copertina, dichiara di avere composto un libro “nel quale riconoscersi”.
Il libro ha titolo “istanti di luoghi” e raccoglie immagini fotografiche di quel genere che chiamiamo”paesaggio”, ma, proprio nel titolo, avvertiamo un’eco di Borges, scrittore amatissimo dal fotografo, che in suo racconto scriveva: “quando avrai finito di mettere insieme le immagini del mondo, scoprirai di avere realizzato il ritratto del tuo volto”.
Una selezione di paesaggi, realizzati nel tempo della sua vita, dal fotografo siciliano che formano, messi insieme, il ritratto del suo percorso artistico, esistenziale, poetico? E perché no?
A confortarci in tal senso annotiamo che il libro, a mo’ di epigrafe, riporta, attribuendola a Leonardo Sciascia (che, in effetti, la fece sua), una citazione di Auguste de Villiers del’Isle-Adam,: “Ce ne ricorderemo di questo pianeta”, che è incisa proprio sulla tomba dello scrittore siciliano, suo mentore e riconosciuto padre spirituale nonché maestro di intelletto.
Ce n’è già abbastanza da capire come anche questa raccolta di fotografie sia realizzata con immagini “contaminate” con altre espressioni culturali, con suggestioni, allusioni e altro ancora.
Cos’è in fondo un paesaggio?
Non è forse il “luogo” dove la verità e l’immaginazione s’incontrano e si contemplano a vicenda? E questa contrapposizione non è, in fondo, la natura e l’essenza di ciò che chiamiamo fotografia ovvero l’incontro con una verità che tratteniamo per iniziare a immaginare?
Gabriel Garcia Marquez in “Cent’anni solitudine” faceva dire a un suo personaggio: “fino a quando non avrai qualcuno sotto terra, non potrai dichiarare che quel vedi intorno sia il paesaggio della tua esistenza”.
Torna, nella riflessione del paesaggio, il riconoscimento come qualcosa da afferrare tra l’apparire e il trasparire e, quindi, come qualcosa che sta davanti agli occhi e che si accompagna con un pensiero che intercetta un altro pensiero.
Questo vortice dialettico ed emotivo sta alla base di tutte le considerazioni estetiche e non estetiche rivolte al paesaggio. Ancorché figlie di Manzoni e di Leopardi, della Costituzione o della Cassazione tutte le definizioni che abbiamo voluto formulare intorno al paesaggio non hanno mai escluso il loro intrinseco rapporto con il gesto visivo e la capacità rappresentativa di cogliere qualcosa di finito rimandando all’infinito. Il filosofo siciliano Rosario Assunto ha colto meravigliosamente tale riflessione e ritengo, sommessamente, che sia ancora valida.
Nel presente libro, l’autore seleziona tra le sue immagini seguendo un percorso che sta dentro l’idea del paesaggio, anzi nell’esperienza del paesaggio cioè il suo essere “genere” tra le arti visive, il suo essere soggetto-oggetto di diritti e di doveri, il suo essere “espressione di riferimento” per processi culturali anche del tipo ecologico o sociale.
Qui interessa la fotografia nella quale coinvolgiamo un paesaggio; quindi una fotografia “come deposito di senso” e “pretesto per discutere”.
In questa prospettiva Ferdinando rivela ancora una volta l’acume della sua proposta: perché ancor quando tanta selezione si apparenti con la migliore cronaca fotografica dei paesaggisti tout court (ci riferiamo all’esperienza del “Nuovo Paesaggio Italiano”, alla Datar e all’amico Basilico, ai New Topographics, alla Dialectical Landscapes fino ad Adams e dintorni, sempre ritorna all’idea "di un istante e di una intercettazione di un luogo" (specchio o finestra, fate voi) per ricominciare a tessere una relazione e continuare a discutere.
Come in una partita , l’autore (sempre fedele al bianco nero) dà le carte e, poi, ognuno può cominciare a leggere cosa gli sia capitato in sorte e da li proporre una possibile strategia per condividere emozioni.
Se vogliamo giocare, allora, “le forme del kaos”, gli “Altrove” si riveleranno segni del tempo che è stato fotografato, vissuto, liberato; e,concomitante, ne verrà fuori un ricordo, un verso, un sapore, una rimembranza, un nuovo riconoscimento.
E l’istante avrà una durata maggiore, opportuna per riconoscere i luoghi come tali ovvero
paesaggi capaci di custodire emozioni.
 
Riporta a un moderatore   Loggato Loggato  
 
Ultima Modifica: 2017/03/30 13:02 Da PipPap.
  Per scrivere in questo Forum è prima necessario registrarsi come utenti di questo sito.
Vai all'inizio pagina Rispondi al messaggio
Powered by FireBoardscarica gli ultimi messaggi sul tuo computer!

Social network

Segui l'ACAF

instagram.png fb-art.png twitter-logo.png
youtube-128.png