Ferdinando Scianna
Visti&Scritti
Contrasto, €24,90
L’uomo è per sua natura un mammifero socievole e, per quanto si sforzi di risultare misantropo, non vi riesce mai concretamente.
La nostra quotidiana esperienza ci ricorda che il momento più simpatico della nostra giornata è il tempo che riserviamo al racconto dei nostri incontri.
Un racconto che, spesso, si fa espressione di piacere, memoria, rivisitazione, esperienza, promesse nuove, e, talvolta, cambiamento di opinioni, di impressioni, e, perchè no, rivisitazione di qualche pregiudizio.
Chi ha amato “Quelli di Bagheria” troverà nel nuovo libro di Ferdinando Scianna il piacere di leggere un narrare semplice, pulito, franco, spesso frizzante e ironico, capace di comunicare guidandoti tra le righe della scrittura per farci rivivere un momento di storia, per risolverci l’approccio più controverso con determinati momenti di storia o di costume.
A differenza del precedente lavoro “Ti mangio con gli occhi”, stavolta il materiale iconografico è abbondantisimo e, peraltro, sintetizzato felicemente nella formula del ritratto fotografico.
E non poteva essere diversamente. poichè il nostro Ferdinando raccoglie, quasi cronologicamente, tutta la sua vicenda esistenziale e fotografica annotandola con il ricordo fotografico di questi incontri e accompagnandola con epigrammatiche note, spesso benevole, rare volte pungenti, mai cattive, assai spesso ricche di gratitudine.
Il confronto tra la parola e l’immagine è, quindi, imposto come in un gioco, come quando accarezziamo un volto in un album; e l’autore, intanto, va oltre la discrezione e tira in ballo se stesso; ed è il pregio, se me lo consentite, più bello di questa sua iniziativa dove tante volte il fotografo si riflette e vede se stesso proprio nelle persone che ha ritratto.
La galleria che ne vien fuori è ricca di personalità e di eccellenze, ma la sua, quella dell’autore, le supera tutte poiché indirettamente si parla del suo lavoro fotografico e delle conseguenze di ogni incontro: la memoria della famiglia, di Bagheria, dell’attività giornalistica, della Magnum, degli amici- maestri- padri, dei viaggi, dei tempi della storia, quella piccola e quella grande, di coloro che non sono più, si risolvono nel “volto della persona" e, ritengo che anche il nostro amico convenga sul “nulla importa ad un uomo quanto un altro uomo da conoscere ancora”.
Quindi, un lavoro compagno di lettura per l’estate, e, per noi, un modo per capire cosa significhi o cosa abbia significato essere siciliani; e ancora una guida per distinguere il ritratto generico dal ritratto laddove uno scambio è avvenuto; e capire, infine, che ogni scambio ci arricchisce.