La fotografia sociale,
edizioni Contrasto, Collana Fotonote, prezzo €.13,50.
Saremo sempre grati alle edizioni Contrasto, per aver portato in Italia le magnifiche pubblicazioni Photopoche, già edite, e da molti anni, in Francia, a cura e fatica dell’ottimo Robert Delpire.
Quell’iniziativa fu, allora, voluta e perseguita per fornire in economici quanto dignitosi volumetti, una completa rassegna informativa della vicenda e del fenomeno “fotografia” rappresentandoli in antologie di autori, delle loro immagini, dei generi fotografici, delle problematiche connesse, delle conseguenze sociali e dei riflessi di costume.
Oggi, quei volumi sono diventati più di cento ma già trentasei di quei “mattoncini” sono stati tradotti e presentati nel nostro paese.
Voglio, nella circostanza, suggerirvi proprio l’ultimo arrivo in libreria, “la fotografia sociale”, significativamente affidato a Michel Christolhomme, sia come progetto sia come commento, ritenuto un saggio ed appassionato studioso di cronaca d’impegno sociale e di comunicazione mediale di questo impegno.
Il nostro autore è, peraltro, notoriamente coinvolto in prima persona ma, fin dalle prime pagine, ha interesse a non problematizzare eccessivamente il medium fotografia ed il suo ruolo sociale nell’impegno contro le ingiustizie; fondamentalmente egli nutre per la fotografia il rispetto che si ha per il documento laddove la nobiltà degli assunti o della denuncia scaturiscono da quel tanto di storia con la quale siamo pregati di restare coinvolti e con quel tanto di sintesi emotiva entro la quale cercare il nostro impegno personale e la nostra risposta.
C’è, insomma, un “ dovere di vedere” e la storia della fotografia scandisce esemplarmente i significati e le espressioni di questo dovere.
In questo libro trovate un’antologia di sessantaquattro fotografi ed altrettante loro celebri immagini; sono tutti, rispettivamente, commentati ed illustrate; un glossario vi aiuterà a dare più significato ai termini più comuni; la lettura di qualche riflessione é la classica ciliegina che aspettavamo.
Tramite queste immagini comprendiamo che “gli altri”, grazie ad una fotografia, mai sono stati così vicini, nel tempo e nello spazio, e, spesso gli autori di questa vicinanza siamo stati noi, o lo saremo quando benevolmente e risolutamente apriremo il nostro obiettivo, e quel che c’è dietro, su chi ci sta accanto.
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