Franco Marcoaldi Ferdinando Scianna
“di Bestie e di Animali”
Contrasto, € 24,90
In un’intervista rilasciata alla rivista Arabeschi, Il nostro amico Ferdinando, qualche tempo addietro, ci avvertiva dell’enorme piacere sperimentato nel tornare sulle immagini “incontrate” durante la sua carriera; e, sulle medesime, tornare a riflettere, fantasticare, immaginare: insomma ragionare.
Un enorme piacere, quindi, a interrogare immagini raccolte magari per altri intenti ma che ora si rendevano disponibili per costruire alti testi, altri pensieri, altre affabulazioni.
Un proverbio delle nostre parti, però, avverte: ” non scungicari u’ cani ca dormi”.
Il nostro amico, invece. l’ha proprio provocato; e insieme al cane ha chiamato a raccolta tutta l’arca di Noè che si è liberata dentro il suo obiettivo; non importa che fossero animali vivi o morti, cucinati o scuoiati, non importa che fossero artificiali ombre o dipinti purché figure di animali, a prescindere dalla loro classificazione faunistica.
Cos’ha, però, provocato questa chiamata degna del libro della Genesi?
Una domanda inquietante e ardita: dove comincia l’animale e finisce la bestia?
E ancora: dove si pone l’uomo nel definirsi tra i compagni dell'avventura terrena? tra l’animale o tra la bestia? e non è l’uomo, egli stesso, un’animale? o è una bestia?
Vi rendete conto che il nostro amico, egregiamente collaborato dal poeta Marcoaldi ha messo su, come in un Bestiario medievale, un canovaccio teatrale dove lo scontro è tra Esopo e Stevenson, tra Walt Disney e Orwell.
La collaborazione con Marcoaldi è stata assai felice perchè restringe la portata dell’ambiziosa tematica, riportandola dentro i confini della quotidiana comune esistenz;, e felice è il contrappunto fra inchiostro e pellicola, tra parole e immagini, giacché assicura un’ariosità a tutto il testo che, considerate le premesse, non immaginavamo più possibile.
E invece il rapporto tra la bestia e l’animale, il tentativo di definirne il significato esistenziale, qui si risolve in una dialettica quasi musicale, laddove le due melodie che caratterizzano il pensiero dei due autori, si contrappongono riuscendo a superare il solito dualismo melodia e accordo e incontrarsi in una costruzione armonica ancorché fortemente dialetticizzata.
Dal fratello di latte di un cane (Scianna) e dal vedovo del cane Baldo (Marcoaldi) era lecito attendersi un libro di questo genere: stupisce la leggerezza con la quale hanno toccato profondissimi argomenti, per i quali le immagini sono stati specchi riflettenti e finestre di libertà.
In fotografia e in poesia l’autore deve esserci con prepotente presenza: e l’indicalità, in altre parole la sperimentazione di quanto scritto e fotografato, qui, c’è a iosa.
Attenti, quindi, a non risvegliare, per empatia o simpatia, la bestia che è dentro di voi.