vorrei dire che la serata di ieri sera è stata davvero costruttiva e divertente, ci siamo davvero conosciuti un pò meglio e conoscere l'interpretazione di ognuno di voi alla propria foto ci ha davvero illuminati...un grazie di cuore ancora a tutti dallo staff
complimenti a tutti ma in particolare alle 3 donne del podio!!!
1)
LICIA CASTORO FOTO N. 34
2)
LUCIA PULVIRENTI FOTO N. 29
3)
GIOVANNA PAPPALARDO FOTO N. 38
VOTAZIONE E COMMENTO GIURATI ESTERNI
SARO MARRARA
Premesso che:
- Questa introduzione è puramente personale è non ha la presunzione di essere “Vangelo”, ma è doveroso fare, sia per capire le mie scelte motivate e non è parte integrante nel giudizio fotografico, e sia perché un freddo giudizio ha poco valore se nel nostro gioco non aggiungiamo un surplus, una presa di coscienza di se stessi, degli altri in rapporto alle cose e alla storia. In parole semplici crescere giocando.
- Quando sono stato invitato da Cosimo a partecipare alla giuria non mi aveva accennato ad un concorso di autoritratti. La cosa non cambia in merito alla mia partecipazione, ma mi ha notevolmente colpito perché, dal mio punto di vista, l’autoritratto è una forma estremamente intima legata ad un esigenza dell’artista e non potrebbe di conseguenza essere improvvisato per un concorso. Personalmente non ho maturato l’esigenza di autoritrarmi e non potrei farlo.
- Come mi dice sempre un caro amico fotografo Angelo Zzaven, che in tutte le foto che scattiamo c’è la proiezione di noi stessi, da cui l’intimità, l’estetica personale che mette la firma ad ogni singola foto, ( il caro Cosimo Di Guardo dice che le foto del sottoscritto si riconoscono subito perché di tagli “stretti”) è facile passare una qualunque foto per autoritratto. Ma dobbiamo entrare nel concetto di autoritratto.
- L’autoritratto è la rappresentazione figurativa di un artista realizzata dall’artista stesso, proiezione del suo stato d’animo.
- La forma è stata inventata dagli italiani nel Rinascimento come coscienza dell’artista di essere al centro dell’universo artefice di se stesso. L’artista rivendica la dignità della sua arte attraverso la sua immagine. Alcuni infatti si sono ritratti più volte in periodi diversi ad affermare la loro evoluzione.
- Questo fa capire come in poco più di 500 anni tutti gli artisti del mondo sono passati da questa particolare forma, con tutti i risvolti possibili, già Dürer nel 1500 si ritrasse nelle sembianze di Cristo, attraversando tutte le correnti fino alla Pop Art e al contemporaneo. (sarebbe bello, se non è stata fatta, fare una seduta Acaf legata all’evoluzione dell’autoritratto con un bel cd da proiettare – oggi su internet si prendono le foto e si proiettano in sequenza dai pittori ai fotografi, ai cineasti).
- Detto questo ho scartato:
le foto “estetiche” di ognuno,
quelle che mi hanno dato l’impressione di essere “improvvisate” e
quelle che sembrano troppo arcaiche nel linguaggio.
La scelta.
Prima foto N.
11 – Mostra un introspezione nel significato dell’autoritratto, quello che “noi siamo quello che siamo stati da bambini”. Il centro ruota sull’universo infantile, nelle sue scarpe tracciate dal gioco, nella sua posa al muro d’angolo con i suoi dubbi e riflessioni a formare la metà raffigurata dell’essere oggi.
Seconda N.
34 – Foto surrealista, non nuova nella concezione fotografica ma efficace. Più per il concetto del vedere attraverso una cornice, sta che la persona è trasparente, la mancanza dell’essere, come a denunciare il vuoto d’arte di questo periodo con il vuoto dell’artista stesso.
Terza N.
26 – La composizione, una statuina di terracotta raffigurante un avvocato, possibile lavoro del fotografo, posto sotto un ingranditore. Il gioco di mettersi sotto ingrandimento, di se stesso o per gli altri, denota una “voglia” di un rapporto maggiore, esattamente come si ingrandisce un negativo. Crescita naturale dell’artista o dell’essere umano. Sicuramente foto non di recente scatto, più nei toni del colore quando nel trovare un ingranditore oggi demodé.
Saluti a tutti e a presto, spero di aver dato un piccolo contributo al gioco.
FABRIZIO FRIXA
Il ruolo di giurato e sempre difficile, almeno per me che non posso
fare a meno di valorizzare, seppur con responsabile oggettivo
distacco, quelle immagini che istintivamente colpiscono i miei sensi.
In premessa, voglio chiarire che ho apprezzato le diverse proposte
pervenute comprese quelle apparentemente banali e che comunque
misurano il desiderio di confrontarsi anche su temi "arditi" come
quello da voi individuato.
Nel mio procedere alla selezione, ho dato il giusto peso alle
immagini sia sotto il profilo tecnico che compositivo, ma rimane per
me fondamentale il contenuto e su questo ho prevalentemente formulato
le mie scelte.
Rispetto ai suggerimenti che sono pervenuti dai concorrenti segnalo
l'utilizzo alle volte invasivo delle elaborazioni soprattutto in
riferimento ad un tema che chiedeva di mettere a nudo la nostra
immagine nascosta, senza che il volto con le sue espressioni di
circostanza ne facesse parte, mentre ho apprezzato in parte le tante
composizioni di oggetti che, in qualche modo, vogliono essere sintesi
della personalità dell'autore.
Parlerei volentieri di ogni singola immagine ma rischierei di
esasperare il mio ruolo e pertanto vengo al dunque.
Ho scelto di assegnare il 3° posto alla foto n°
30, per la forza
della semplicità con cui l'autore ha espresso il senso della dualità,
che spesso accompagna le nostre personalità, alle volte in contrasto
tra loro e, nel contempo, leggo nel simbolo del frutto diviso a metà
il desiderio di affermare che, comunque, le due parti provengono da
un unico nucleo originale. Completa la mia analisi l'apprezzamento
per la composizione elegante e le luci ben predisposte per
valorizzare i dettagli.
Ho scelto di assegnare il 2° posto alla foto n°
29. Bella la
composizione, ottima la scelta del B/N, è quella che secondo me più
di altre ispira il senso di difficoltà che abbiamo nel mostrare il
nostro vero volto. Raccolgo nel simbolo della porta e delle mani,
poste a protezione, questo disagio che vorremmo superare forse
suggerendo agli altri la presenza di una maniglia pronta ad aprire
quella porta.
Ho scelto di assegnare il 1° posto alla foto n°
34, semplice ed
intelligente idea di autoritratto senza volto perchè, in fondo, cosa
siamo se non il riflesso di ciò che ci circonda anche quando questo
appare vuoto ed in bianco e nero?
Se può essere utile, la selezione di immagini da cui sono emerse le
mie proposte a premio comprendevano anche la 11, 18, 19, 25, 40, 50, 55.
FABRIZIO VILLA
1° posto foto n.
3 - Per la scelta di misurarsi con il capolavoro Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach. La metafora del percorso di autoperfezionamento del gabbiano che impara a volare/vivere attraverso l'abnegazione e il sacrificio.
2° posto foto n.
10 - La fotografia colpisce per l'intensità e la dolcezza dell'autoritratto che ben si coniuga con la semplicità del soggetto.
3° posto foto n.
34 - Inquietante ma originale fotografia di un volto che non ci vuole essere.