MARIO CRESCI
Mario Cresci, Chiavari (Genova), 1942
Dalla fine degli anni Sessanta ha sviluppato un complesso corpo di lavoro che varia dal disegno alla grafica, alla fotografia, all’installazione. Il suo lavoro si è sempre rivolto a una continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo usando il mezzo fotografico come pretesto opposto al concetto di veridicità del reale.
Nel 1969, realizza il primo environment fotografico in Europa alla Galleria Il Diaframma di Milano, esponendo un migliaio di cilindri trasparenti contenenti altrettante fotografie, anch’esse trasparenti, intese come simboli del consumismo di allora, nel nome del dualismo tra ricchezza e povertà.
Nel 1974 alcune sue fotografie, insieme a quelle di Luigi Ghirri, sono acquisite nella collezione dal Moma di New York.
Espone in alcune edizioni della Biennale di Venezia: “Muri di carta, fotografia e paesaggio dopo le avanguardie” nel 1993, diretta da Achille Bonito Oliva e alla 55° Biennale del 2013 con le fotografie della storica mostra “Viaggio in Italia” del Museo dell Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo diretto da Roberta Valtorta.
Dagli anni Novanta ad oggi, dopo aver diretto dal 1991 al 2000 l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo e aver organizzato numerosi eventi culturali dedicati ai giovani artisti, riprende il suo lavoro d’autore su problematiche come: lo slittamento di senso, variazioni, coincidenze, analogie e pretesti, in cui l’estetica della fotografia rifiuta la logica dello spettacolo, della ricerca del consenso per restituire un modo di sentire e di vedere il mondo come esperienza da condividere.
Partecipa attivamente al panorama artistico-culturale italiano, collaborando con i suoi articoli, dal 1995 al 2002, al supplemento domenicale del quotidiano Il Sole 24 Ore.
Molte anche le sue pubblicazioni di Grafica e di saggistica sulla Fotografia.
Nel 2004 si è tenuta alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Torino la sua prima mostra antologica, “Le case della Fotografia, 1966-2003” a cura di Piergiovanni Castagnoli.
Dal 2005 in poi intensifica la sua attività artistica distaccandosi ulteriormente dall'idea di una fotografia fine a se stessa, nell’intenzione di rendere più leggibile, attraverso la sperimentazione, il rinnovamento teorico e pratico dell’immagine che attraversa altre discipline e saperi diversi.
Nel 2007, per le Edizioni 24 Ore Motta Cultura pubblica, a cura di Enrico De Pascale, la prima monografia del suo lavoro, nella collana Photo Tools, “Mario Cresci”.
Dal 2010 al 2012 nasce e si realizza il progetto “Forse Fotografia, Attraverso l'Arte; Attraverso la Traccia; Attraverso l'Umano”, a cura di Luigi Ficacci, Antonella Fusco e Marta Ragozzino. E' un percorso d'arte che prende vita come site specific all’interno degli spazi di tre prestigiose istituzioni museali italiane, a Bologna, Roma e Matera. La fotografia diventa oggetto, installazione, percezione e pretesto per immaginare e per leggere dentro le cose.
La sua ricerca prosegue con la personale “Dentro le cose” a Palazzo dei Pio di Carpi, curata da Luca Panaro nel 2011 e agli inizi del 2013, racchiude in una mostra dal titolo “D’après Retablo”, le sensazioni, le letture, gli incontri avuti in Sicilia alla fine dell’estate 2012.
In occasione dell’assegnazione del Premio Friuli Venezia Giulia del 2013 espone a Spilimbergo nella mostra “Mario Cresci, dispiegati” gli storici nastri su pellicola fotografica del ’68 romano.
Nell’arco della sua lunga esperienza artistica partecipa anche a importanti collettive in spazi espositivi prestigiosi in Italia e all’estero. Nel 2010 in “Community”, al MARCA di Catanzaro, a cura di Alberto Fiz e Luca Panaro; nel 2013 a Roma, a Palazzo Borghese, nella mostra “Passaggi”. Nel 2014 in “Anni ’70. Arte a Roma” al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Per la mostra, tutt’ora itinerante in Europa (da settembre 2013 a Mosca, poi a San Pietroburgo fino a Zagabria, Vienna e Bratislava), “Venti per Una - Venti regioni per un’Italia. Venti artisti per una mostra”, a cura di Martina Corgnati nasce il progetto “Rivolti, Charles Baudelaire” in cui appare sempre più sottile la demarcazione tra le due dimensioni del vedere in fotografia e lo spazio fisico e performativo della ricerca artistica contemporanea.
Dal 2004 al 2011 ha tenuto corsi di Teoria e metodo della fotografia allʼAccademia di Brera di Milano e negli anni precedenti al Politecnico di Milano, all'Orientale di Napoli, alla Facoltà di Lettere di Parma, allo IED e alla NABA di Milano. Attualmente svolge docenze e workshops alla Fondazione Fotografia di Modena e all'ISIA di Urbino.
Per diversi anni è stato visiting professor all’Ecole d’Arts Appliqués di Vevey (CH). Mario Cresci 02/2014