Tradisco l'impegno che avevo preso con me stesso, ovvero di darmi un cosiddetto "tempo sabbatico" di silenzio, e, quindi, di non intervenire nel Forum in continuazione, su tutto e su tutti, magari creando una eccessiva personalizzazione di questo spazio, gentilmente e liberamente, accordatomi dalla "mia Associazione".
Mi provoca a questo tradimento la notizia, prontamente raccolta dall'amica Mary, della morte di Phil Stern.
Si, aveva novantacinque anni, e stava poco bene, e chiedeva sempre di far presto per arrivare in tempo là dove doveva andare. D'accordo.
Eppure c'è stato il tempo, per me, per Maurizio Martena, per altri ancora, di trovarcelo compagno di strada e di avventura; ed una sua immagine sta appesa a casa mia come a casa ACAF, per dire "sono sempre qua, con i ricordi, con la memoria, con le mie opere".
E alloea ricordiamolo per quell'attimo che tanto amiamo: un semplice soldato che partecipa allo sbarco in Sicilia, nel 1943, che sa di essere un fotografo, per quanto non ingaggiato come tale, e, pertanto, raccoglie col suo strumento i momenti straordinari del nascere di un nuovo domani, di nuove contraddizioni gioiosamente sbocciate laddove, pochi istanti prima, c'erano solo la morte e la disperazione. E c'era "quella Sicilia", così contraddittoria e già piena di nuova vitalità ancorché nel suo ciclico e fatalistico ritorno al passato.
Poi, nell'America dell'illusione cinematografica, rivendica la verità del ritratto di un divo che è uomo dello spettacolo e, quindi, della comune visione, ma che ha pure un carattere che ha bisogno di essere conosciuto e che Stern, amandolo, tira fuori.
Così nascono "nuovamente" James Dean, L . Armstrong, J. Wayne, ma soprattutto Marylin, tanto diversa da quella di Bert, sempre e soprattutto Lei.
Ti posso augurare, caro Phil di incontrarla ancora, e di fotografarla ancora, e di vederla ancora? e di sorriderle ancora, teneramente, dolcemente, .....?