Ernesto Bazan (1959)
Inizia a fotografare a 14 anni. Studia fotografia a
New York alla
School of Visual Arts e dopo quattro anni entra a far parte dell'agenzia
Magnum.
Dal 1992 al 2006 (quello che lui stesso battezza lo
“special period”) vive a nell'isola di
Cuba. Il lavoro svolto in questi anni gli varrà l'assegnazione di alcuni premi fotografici. Nel 2002 sviluppa i suoi workshop di fotografia e nel 2008 fonda la casa editrice
BazanPhoto Publishing pubblicando il libro intitolato
“Cuba”.
I Premi più importanti ottenuti da Ernesto Bazan sono il
W. Eugene Smith, il
Mother Jones Foundation for Photojournalism, il
World Press Photo oltre che a due prestigiose borse di studio dalla
Alicia Patterson Foundation e dalla
Guggenheim Foundation.
Bazan ha esposto in Europa, America Latina e Stati Uniti ed i suoi testi sono:
“The Perpetual Past”, “Passing Through”, “The first Twenty Years”, “Island”, “Molo Nord”.
Ho avuto il piacere quest’anno di incontrare due volte Ernesto e di aver trascorso tre giorni insieme a lui, per imparare a conoscerlo oltre che “imparare e basta”. Ammetto che è una persona affascinante e che cattura indiscutibilmente la tua attenzione. Dal punto di vista della persona lo conosco poco, ma anima e coraggio non mancano di certo. Indubbiamente oltre ad un grandissimo fotografo ed un coraggioso ed abile uomo di marketing, spicca per la sicurezza in se stesso e nella sua famiglia. Le origini, l’identità, l’appartenenza, sono costantemente presenti sin dal sogno che lo fece divenire il fotografo che è, attraverso l’aver riconosciuto in Cuba la sua terra, la sua Sicilia, fino alla sua nuova ricerca di casa in Messico.
Un poeta, un attento e meticoloso raccontatore di storie attraverso la sua grande fotografia… Senza fretta, poco alla volta, ma con estrema pazienza, costanza e dedizione. Sostenitore della slow foto, la foto che prende il suo tempo per raccontare e per raccontare bene, romanticamente legato alla pellicola ed al bianco nero, nonostante abbia anche pubblicato il suo secondo libro su Cuba
“Al Campo” a colori. Tutta la sua attività, inclusi i suoi workshop si basano su questa filosofia. Tornare e ritornare su argomenti e luoghi, fino ad impossessarsi della vita che ivi si svolge, fino ad incontrare anime amiche sul luogo che anno dopo anno, incontro dopo incontro consolidano il loro rapporto personale. Ritornando a visitare i suoi amici, raggiunge un rapporto di intimità e di familiarità tale con i suoi soggetti, che gli consente di scavare in profondità sino a ciò che è davvero l’essenza delle loro vite, dei loro sogni, delle loro anime.
Ma tutto ciò, richiede tempo e dedizione, occorre trovare sistemi di produzione alternativi. Coerente con le sue idee decide di scardinare le regole commerciali, di produzione fino a realizzare per suo conto attraverso la sua casa editrice. Altra scommessa vinta.
La casa editrice produce grazie al contributo dei suoi tanti studenti, sparsi in tutto il mondo che sposano le sue idee e il suo modo di vedere, oltre che consentirgli di vivere di fotografia, attraverso i contributi con il finanziamento dal basso per la stampa dei suoi libri (in futuro anche degli studenti, due sono già in fase di editing). L’editing appunto, nasce anche attraverso il contributo dei suoi studenti, che workshop dopo workshop aggiungono pareri, punti di vista e contributi alla definitiva stesura del libro.
Molto forte, il rapporto con i genitori, la madre in particolare. Lo abbiamo notato immediatamente al primo incontro, la madre presente in sala… lo sguardo di Ernesto in continua sua ricerca…