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Re:davanti e di dietro (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Re:davanti e di dietro
#823
PipPap (Utente)
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Proposte estive: a proposito di “davanti e di dietro”.

Lasciamo il Presidente ed i suoi collaboratori alla ricerca di nuovi spazi fisici (che sicuramente - vuoi con subbia e cazzuola, vuoi con fava e pazienza - tenteranno di risolvere) e, distaccandoci dai loro esercizi fisici, cerchiamone altri, come dire, di natura più ….. spirituale.

Se siete dei fotografi vi suggerisco, allora, il vecchio gioco del “davanti e di dietro”, e preliminarmente vogliate gradire la lettura di questo brano, un po’ ostico nel suo originale tedesco, ma ancora di un certo fascino.
Lo incontrai dodici anni fa e l’ho rivisto l’altro giorno. Mi è sembrato ancora buono per introdurlo in questo pazzo sito dove le luci diventano ombre per farsi capire un po’ meglio.


………………………………..
……………………………..

“Sparare” fotografie.
Quello del fotografare è un atto del tempo
nel quale qualcosa
viene strappato al suo momento
e trasferito in una diversa forma di continuità.
Si pensa sempre
che ciò che viene strappato al tempo
si trovi davanti alla macchina fotografica.
Ma non è del tutto vero.
Fotografare è infatti un atto bidirezionale:
in avanti ed all’indietro.
Certo, si procede anche all’indietro.
Il paragone non è poi tanto stravagante.
Come il cacciatore appoggia il suo fucile,
mira alla selvaggina davanti a lui,
preme il grilletto,
e quando parte il proiettile
viene spinto indietro dal contraccolpo,
così anche il fotografo viene risospinto
verso se stesso
premendo il dispositivo dello scatto.
Una fotografia è sempre un’immagine duplice:
mostra il suo oggetto
e – più o meno visibile –
“dietro”,
il “controscatto”:
l’immagine di colui che fotografa
al momento della ripresa.

Questa controimmagine
presente in ogni fotografia
non viene fissata dall’obiettivo,
così come il cacciatore
non viene colpito dal suo proiettile
ma ne avverte soltanto il contraccolpo.
Cos’è dunque il contraccolpo del fotografo?
come viene percepito,
come si riproduce nell’immagine fotografata?
Che cosa lo rende, per così dire, evidente nella fotografia?
In tedesco c’è una parola molto significativa
per indicare questo concetto,
una parola
che conosciamo da contesti del tutto diversi:
disposizione.
In senso psicologico o morale
si intende con essa sottolineare l’atteggiamento
col quale qualcuno si “dispone a qualcosa”,
ovvero si prepara a qualcosa
per poi ri-prenderla.
La “disposizione “
è però anche un concetto nella fotografia
o nel film
e definisce l’immagine ed il suo taglio,
ma anche
il modo in cui si dispone la macchina fotografica
rispetto ai valori del tempo e della luce,
coi quali l’operatore poi si dispone alla “ripresa”.
Naturalmente non è un caso
che la stessa parola definisca tanto l’atteggiamento
quanto l’immagine prodotta mediante lo stesso.
Ogni “disposizione” (e quindi immagine)
riflette la “disposizione” di colui
che ha “ripreso” questa immagine.
Al contraccolpo del cacciatore
corrisponde nella fotografia
il ritratto, più o meno visibile,
di colui che fotografa.
Non vengono fissati i tratti
del volto
bensì il suo atteggiamento.
la sua disposizione verso ciò
che gli stava davanti.
La macchina fotografica è dunque un occhio
che può guardare nel contempo
davanti e dietro di sé.
Davanti scatta una fotografia,
dietro traccia una silhouette
dell’animo del fotografo:
ovvero coglie
attraverso il suo occhio
ciò che lo motiva.
Una macchina fotografica vede perciò davanti il suo oggetto,
e dietro il motivo
per cui questo oggetto doveva essere fissato.
Mostra le cose
e il desiderio di esse.
Verso ciò che è davanti assume un atteggiamento
ed altrettanto verso ciò che sta dietro.

Ecco.
Ogni secondo
in qualche parte del mondo
qualcuno fa uno scatto
e fissa qualcosa
perché lui, o lei, sono affascinati
da una certa luce,
da un volto,
da un gesto,
da un panorama
o da un’atmosfera
o semplicemente perché una situazione
doveva essere fissata.
Gli oggetti della fotografia,
questo è evidente,
sono innumerevoli.
Ogni secondo li moltiplica di nuovo all’infinito.
Ogni istante del fotografare,
in qualche parte del mondo,
è però unico ed incomparabile.
Il tempo,
il tempo inarrestabile,
ne è un garante.
Perfino le migliaia e migliaia di istantanee dei turisti,
le “photo opportunities” appositamente segnalate,
sono, prese in sé, incomparabili e uniche.
Il tempo,
perfino nei suoi momenti più banali e lapidari,
come nello “scatto” dei turisti,
è unico e irripetibile.
Ciò che è straordinario in ogni fotografia
non è tanto il fatto
che là,
secondo l’opinione corrente,
sarebbe “stato fissato il tempo”
bensì al contrario
che proprio in ogni foto esso torna a dar prova
di quanto sia in-arrestabile
e continuo.
Ogni foto è una rievocazione della nostra mortalità.
Ogni foto tratta della vita e della morte.
Ogni foto ha un’aura di sacralità.
Ogni foto è più dello sguardo di un uomo,
è superiore alla capacità del suo fotografo.
Ogni foto è anche un aspetto della creazione
al di fuori del tempo,
da una visuale divina.

Di fatto il fotografare
(o meglio il potere fotografare)
è “troppo bello per essere vero”.
Ma è anche altrettanto
troppo vero per essere bello.
Perciò fotografare è
sempre anche un atto di presunzione
e di ribellione.
Fotografare insegna l’intemperanza
o l’umiltà.
(Dietro alle foto veramente buone però
si scopre sempre l’occhio umile).

Se una macchina fotografica riprende dunque in ambedue le direzioni,
in avanti ed all’indietro,
fondendo le due immagine tra loro
in modo che il dietro si dissolva nel davanti
allora essa permette al fotografo già
nell’istante della ripresa
di essere davanti, dentro alle cose,
e non separato da loro.
Attraverso il mirino
colui che fotografa può uscire da sé
ed essere dall’”altra parte”,
nel mondo,
per meglio comprendere,
vedere meglio
sentire meglio, amare di più.
(E certo purtroppo disprezzare di più.
C’è anche quello, infatti, lo “sguardo cattivo”) - (W.W.)
 
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Ultima Modifica: 2008/08/03 16:59 Da PipPap. Motivo: correzione
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#829
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Re:davanti e di dietro 15 Anni, 10 Mesi fa Karma: 30  
grazie davvero Pippo per quest 'interessantissimo brano che ci proponi , riassumendolo in un passaggio :

"La macchina fotografica è dunque un occhio
che può guardare nel contempo
davanti e dietro di sé.
Davanti scatta una fotografia,
dietro traccia una silhouette
dell’animo del fotografo"


direi che sicuramente condivido tutto il pensiero e penso che chi ama la fotografia non possa non condividerlo....penso che attraverso le fotografie si possa conoscere un pò il carattere dell'autore....guardando la realtà cosi come la vede lui.....attraverso i suoi occhi si riesce a percepirne la sensibilità....la profondità....il gusto estetico...l'intelligenza....le passioni...si vede se con il suo sguardo va oltre l'apparenza o si ferma al primo impatto....si vede se è ordinato o disordinato.......tranquillo o irrequieto....la fotografia ha un doppio messaggio..quello piu palese della fotografia stessa che l'autore vuole mostrarci....e quello che va ricercato attraverso una lettura più profonda...guardando , appunto, il "retro" della fotografia .......penso che se in un determinato momento...decidiamo di fotografare una determinata cosa...in un determinato modo....o decido di costruire una fotografia in un determinato modo....anche con l'aiuto oggi degli interventi di postproduzione.....è perchè il mio IO sta percependo delle sensazioni...delle emozioni che cerca di esprimere e manifestare attraverso i canale a lui più accessibile....in alcuni potrbbe essere la pittura...in altri la poesia...in me la fotografia...quindi attraverso la fotografia non faccio altro che manifestare il mio IO...


detto cioòòò non ho capito bene qual'è il contest che proponi....
 
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#831
PipPap (Utente)
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Re:davanti e di dietro 15 Anni, 10 Mesi fa Karma: 9  
Preliminarmente riscontro il vostro desiderio di leggermi ma in forma più sintetica. D'accordo, è giusto.

Successivamente, dichiaro in tutta sincerità di non aver assolutamente compreso lo spirito della ruibrica ( e dire che bastava lleggere) e di averla colta a volo, acriticamente, solo nell'invito a volersi mettere in gioco. La mia presunzione, è notorio, è pari alla mia sbatadaggine: in effetti, volevo soltanto suggerirvi qualcosa che mi stava a cuore.

Si potrebbe, però, lo stesso trasformare l'invito in una proposta da "Contest": raccogliere e pubblicare immagini che si leggano, come dire, da entrambi i lati, ma in tal caso, ad evitare doppi sensi, la titoleremmo "dentro ed attraverso".

Ritengo, però, che le iniziative vadano maturate per bene, e, per adesso, spostiamo pure le sequenza di Wim Wenders (nell'originale sono più di cento pagine), se ne vale la pena, da qualche parte più adeguata (anche a seguire il ns. presidente picconatore), . anche perchè io non lo so fare -.
Scusate il disturbo.
Pippo
 
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mary (Admin)
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Re:davanti e di dietro 15 Anni, 10 Mesi fa Karma: 30  
no no non fraintenedere Pippo....l'ho letto tutto e con estremo interesse....se ce ne fosse stato ancora lo avrei letto con lo stesso interesse...( anzi la prima volta l'ho letta collegata da un cellulare!!!!).ho riportato quella piccola parte come introduzione al mio pensiero....solo questo.......per quanto concerne la sezione possiamo spostarla in "fotografia a 360°" e più che un contest che come finalità ha "gara" seppure in modo simpatico e goliardico...si potrebbe portare una fotografia....e qui sicuramente tu saprai quali essere piu adatte...metterle qui nel forum e provare chi ne ha voglia a cimentarsi nella doppia lettura di cui parlavi.....credo che sarebbe una cosa utile e e istruttiva...
ma aspettiamo anche altre idee...... per quanto riguarda me ogni tua iniziativa...è sempre molto apprezzata!!!!
 
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Ultima Modifica: 2008/08/04 20:16 Da mary.
 
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