ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

- Toc, Toc?
- Clic, Clic?
- Chi sarà mai?
- Sono Riccardo, il fratello di Giorgio.
- Benvenuto tra noi.

(Scusami Emanuele, ma ho bisogno di scrivere intorno alle emozioni provate ieri sera).

Tutti conosciamo la bravura, la tenacia, la passione con le quali la nostra Mary Indelicato progetta le sue rappresentazioni e le sue riflessioni fotografiche.
Ieri sera, consentitemelo, è stata esemplare per sensibilità, rigore, rispetto, pudore, intelligenza e, ovviamente, capacità fotografica.
L’argomento era quello - e lo dico volutamente con enfasi - dell’ingresso alla vita, dell’attraversamento della soglia, del passaggio di frontiera.
Più semplicemente, e forse più poeticamente, la nascita di “uno di noi”.
Già, uno di noi!
Facile a dirsi; ma quell’uno era effettivamente con noi, nella tana dell’ACAF, al caldo, tra i seni di sua madre, nelle braccia sicure di suo padre, accanto allo sguardo del fratellino.
Quindi, tra noi, parte di noi.
Era lui, sempre lui, infatti, quella fotografia che i nostri amici hanno donato a se stessi e al mondo; era lui l’indice, l’icona, il simbolo di quel segno che continuamente fabbrichiamo per capire noi stessi e gli altri.
E, paradossalmente, entrava nel mondo adulto, tra le nostre arteriosclerotiche riflessioni, con una disarmante quanto gigantesca affermazione: ho bisogno di voi come voi avete avuto bisogno di me.
La metafora dell’esistenza, consolata dalla speranza e resa forte dalla fiducia, è stata, pertanto, proiettata davanti a noi, ritornati bambini (ancor quando siamo già anagraficamente nonni), per spiegarci che quanto abbiamo visto non appartiene al cartone animato della “prenatal” ma alla materia (che, guarda caso deriva da “mater”); appartiene, anche, a un percorso che Francesco ha saputo costruire con discrezione intensa quanto perspicace (ma lui è un barbera-papà).
Ha cominciato, infatti, a mettere ordine sulle immagini di Mary iniziando dal varo di questo vascello, attento alla sua struttura, alla sua verifica e al suo controllo.
Ha ricordato la costruzione previdente del “nido”, fatto di doni e di segnali giocosi e amicali.
Il sonoro predisposto per la sequenza ne ha accompagnato, anche realisticamente, il crescere della documentazione; e la fotografia si è confrontata con l’ecografia.
Poi, il documento di Mary ha ceduto alla narrazione (ha rotto le acque?) ed ha chiesto aiuto al simbolo (la fede al dito, il crocefisso alla parete), all’icona (il calendario, l’orologio, l’attesa, i nonni, le carezze del consorte), all’indice (lo sforzo, la tensione, l’ansia, e poi il sorriso, e l’inizio dei “primi” di ogni cosa).
Dentro la camera oscura del suo apparecchio è stato come se la nostra Autrice avesse messo un’incubatrice, un grembo, ovvero la rivisitazione di se stessa e, forse, di noi tutti; nel voler condividere con noi l’impresa, credo, che ci sia stata una forte affermazione di quella personalità che, ormai, vuol riflettere sul ciò che ci riguarda e ci appartiene non più da sola, ma in comunione.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la splendida (posso dire lucente?) disponibilità della mamma di Riccardo (tra Indelicati, forse, ci s’intende), e della sua famiglia, oggi raccolta in quei fotogrammi, dove hanno lasciato se stessi; e, ci sia permesso, anche una parte di noi, che “veniamo alla luce” ancora una volta.
Scusa, scusate, tolgo il disturbo,
Pippo Pappalardo

Ma che sorpresa!
Che dire. Innanzi tutto sei il benvenuto nella "mia" rubrica che tante altre volte hai coperto egregiamente, in mia assenza, con grande maestria e che però non è solo la "mia" ma è la "nostra" e quindi tu, Giuseppe, Alberto e quanti altri hanno voglia di dire la loro non sono solo benvenuti ma anzi attesi con anzia per un piacevole scambio di punti di vista.
Poi vengo alla recenzione della serata ... cosa dire dopo che "ipse dixit"?
Mi ritiro in buon ordine, tutto è stato detto e così sia.

E invece no, mi sforzerò ancora una volta di dire caristofanate (per parefrasare ipse) nella speranza che ne nasca un costrutto, un confronto e perchè no per mettermi ancora una volta alla prova.
La presentazione di Mary ha molte valenze, una è sicuramente quella così ben descritta da Pippo, una dolcissima storia in cui ogni mamma e ogni papà si rivedono inevitabilmente (ma anche ogni nonno/a).
Nascere, partorire, dare alla luce, venire alla luce, luce... passaggio dalle tenebre alla luce, dal nascosto allo svelato, quante analogie con la fotografia, ma anche quanto mistero e quante paure, quante aspettative e quanti significati simbolici. Il mistero della vita e della morte, la bieca legge di natura della perpetrazione della specie o la reincarnazione? Un nuovo essere o la perpetuazione genetica di esseri pre-esistenti? Un dono divino o uno scherzo da prete? Evento fondamentale nella società umana esaltato con rituali e propiziazioni fin dalle più remote civiltà. La gravidanza e la nascita sono eventi psicologicamente importanti nell'ambito di una una famiglia. Modificano inevitabilmente e per sempre il menage familiare ed anche, talvolta, il rapporto di coppia, sicuramente lo stile di vita. E quindi quanta gioia, ma anche quante paure e quante aspettative per questo evento.
Mary ha saputo portare avanti con passione e perseveranza un progetto, ha individuato un tema, un tema difficile per la innata ritrosia delle parti a essere riprese, un tema per questo poco inflazionato, emotivamente forte. Lo ha fatto con quell'elemento fondamentale alla riuscita di un progetto, con entusiasmo! Elemento necessario per poter affrontare e superare gli ostacoli e le difficoltà senza ripensamenti o pentimenti. Lo ha realizzato con forte impatto emozionale, emozionandosi a sua volta, come è giusto che sia, perchè ricordiamoci che la fotografia ha il suo specchio segreto, quello che ci rivela l'emotività e l'intenzione del fotografo. Se un soggetto viene affrontato con freddezza, questa freddezza emergerà nelle nostre fotografie. Non è necessariamente un male, ma in questo caso lo sarebbe stato. In questo caso in cui trasmettere emozioni era così importante.
Fondamentale però, come in ogni progetto avere le idee ben chiare su dove si vuol andare a parare, prima di lasciarsi andare all'emozione e alla cattura. Abbiamo visto quanti aspetti psico-sociologici può abbracciare questo semplice, naturale, momento della nostra esistenza. Evento comune a tutti, ma diverso per ciascuno, pensate solo alla differenza fra nascere in un paese ricco e uno povero, nascere desiderati o non voluti, nascere da famiglie agiate o meno, nascere da genitori in amore o in guerra (in tutti i sensi) e così via. Certo è un'esperienza che può cambiare molto. E se la madre o il padre non accettano psicologicamente questa creatura? (per i motivi più vari).
Mary è partita, un po' per caso, un po' per scelta, da una famiglia media, ne ricca nè povera, ma certo ricca d'amore, apparentemente serena e in buon equilibrio. La famiglia ideale se si cerca identificazione, quella che chiunque vorebbe aver per nascere, se solo si potesse scegliere. Così è riuscita a coinvolgere emotivamente un po' tutti. Ha scelto il bianco e nero per non distrarci con elementi drammatici, come una macchia di sangue o con elementi freddi come il verde asettico di una sala operatoria; omogeneizzando la tenuta dello stato emotivo dall'attesa, all'evento, fino all'incontro e all'accettazione del nuovo nato da parte dell'intera famiglia. Che dire di più, benvenuto Riccardo! Brava Mary per il lavoro partorito! Oh!

Ancora una volta e più che mai:
Buona LUCE a tutti

Emanuele

Cari amici la mattina leggere quello che scrivete è una meraviglia e mi dispiace enormemente non aver condiviso con voi le emozioni che il lavoro di Mary con la sapiente regia di francesco hanno saputo far giungere nell'anima di tutti noi ... "noi" perchè la cara Mary con grande affetto mi a convolto mandandomi in visione questo bel lavoro ...condivido le vostre emozioni, il caro Pippo sà che questi sono i lavori che particolarmente mi esaltano perchè nascono dietro l'angolo e vengono attivati dalla nostra sensibilità e capacità realizzativa .... ciaooooo caro emanuele ti rubo per un attimo la tua " buona Luce"

Dispiace anche a me non essere stato tra i presenti, ma giusto per restare in temi, ogni tanto un papà ha dei doveri verso il figlio, IMPROROGABILI... Così martedì ho fatto "calia"! Ringrazio tuttavia chi mi ha preceduto per il "riassunto" della serata... Faccio i complimenti a Mery per quel che leggo nella speranza di poter vedere presto il suo lavoro!
Ciao a tutti
Alberto

scusate se solo ora vi ringrazio con tutto il cuore di queste vostre parole che non immaginate quanto immensamente mi emozionano, purtroppo problemi di famiglia mi tengono lontana dal pc, solo ora ho qualche minuto per scrivervi.
Sapere che il lavoro che tanto e per tanto tempo ho desiderato fare vi abbia trasmesso le stesse mie emozioni mi rende immensamente felice, vi ringrazio personalemente uno per uno con un grande abbraccio!!!
Alberto lo vedrai prestissimo, ci tengo molto alla tua opinione.
grazie ancora

mary