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E la Luna bussò alle porte del Sole …..
Gli amici mi chiedevano: che Luna vai cercando?
La Luna che sta nel cielo, che brilla, che appare e scompare? Suvvia, confessa, vuoi la Luna che si risolve in un motto di spirito, in una battuta. E’ così, vero? Non dirmi, però, che vuoi la Luna di Giulietta o quella di Cyrano? Oppure cerchi quella dell’Islam?
Ma no, stai cercando qualche lupo mannaro, o qualche maschera di Carnevale, forse qualche titolo di libro, o un verso, una canzonetta, forse una sonata di Beethoven?
Ma quante cose cerchi!?
No amici, io non cercavo niente, perché temo di non sapere più cercare con ingenuità e freschezza. Ed allora mi rivolgo a Voi che sapete vedere e guardare e, guardando, vi capita assai spesso che l’oggetto della vostra visione prenda altri significati e, magari, riveli qualcosa di più al mio intelletto affaticato.
Vi ringrazio, quindi, di avere risposto - dopo “l’appello delle palme”- nuovamente al mio invito e di avermi restituito la luce lunare che per un momento avevo “schermato”.
No, non esiste sola la “graziosa luna” leopardiana. O, almeno, se la Luna può essere ancora quella del nostro Giacomino è perché, in qualche modo misterioso, sussiste ancora nei suoi confronti la possibilità di un dialogo. Meglio, uno scambio di sguardi, magari veloce, furtivo. Adesso forse più attento. Forse innamorato.
Ed eccoli qua questi incontri lunari, incastonati con linguaggio moderno nell’eterna storia del simbolo, del ricordo, di una filastrocca (Malangone); sapientemente raccolti in cromatici riflessi di liquide superfici (Lombardo); sorpresi in nuove ecumeniche costellazioni (Coco).
Sono incontri che non conoscono confini o nazionalità (Centamore) ma che della notte hanno bisogno per dispiegare i loro segni di luce (Bruno), di riferimento, buoni per gli astronomi ma buoni per i nostri occhi che aspettano che la Luna cresca oppure scompaia.
Talvolta la Luna si è messa da parte e, timida, ha sfidato le luci della festa degli uomini (P.Pulvirenti). Talvolta si è tuffata nel mare quasi a venire loro incontro (Longhitano). Talvolta si è nascosta dietro le nubi per ricordarci che quelle ci sono sempre (Pagana). Talvolta ha scimmiottato anche il sole (Pattavina).
La sua immagine è comparsa, invocata e temuta. sopra il palcoscenico dell’uomo (Barbera) e , forse per magia, forse nell’ordine misterioso delle somiglianze, è riapparsa sopra una mattonella, dentro un tubolare, perfino su un treppiedi fotografico (Borriello). Ed allora l’avete inseguita fra un’ insegna ed un orologio di campanile, nella notte evitando un dosso, sulle dolcezze di vestiti che simulavano “cassate” e magari sull’ora che ne ha indicato il segno. Sospesa e silenziosa è finita rumorosamente appesa, per oscillare al vostro piacere (La Rocca).
E così “visionando” è divenuto più semplice scherzare con gli astronauti, con le fasi lunari, con le fantasie e con le ossessioni (L.Pulvirenti, Fernandez, Indelicato), a volte cercando tra gli amati libri il racconto che ci ha ispirato o quello che le abbiamo letto e riletto (Palermo).
Ma si, ammettiamolo, la Luna è un enigma che si sposa con le nostre fantasie, con il nostro volto (Iuranello), con le nostre scalate di dattilografe mancate, con i nostri sospiri veneziani, con i nostri baci (Martenas), con le nostre antenne che ascoltano nel cielo magari per farle concorrenza (Ganci).
Beh, fotograficamente i pretesti per lavorare con le immagini sono stati tanti (poi, in camera charitatis, parleremo di qualità creativa, tecnica e di elaborazione).
Per adesso mi è caro dirvi grazie, e siccome da parecchi anni raccolgo fotografie sub specie di libri, come promesso, per voi ho messo in palio proprio questi reperti lunari ed ho aggiunto degli abbonamenti ad una rivista alla quale tengo molto e si chiama, guarda caso, “Gente di fotografia”, ovvero gente come voi, persone che scrivono con la luce, quella del cervello, quella della fantasia, quella della nostra …. amica.
Arrivederci a martedì 21.4.09
Pippo Pappalardo
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