Stamani leggo la tragica notizia della scomparsa del fotografo David Hamilton, suicida all'etą di ottantasei anni.
Per gli amanti della fotografia della mia generazione fu, principalmente, il fotografo dell'adolescenza femminile, del passaggio delle fanciulle alla pubertą,dello sbocciare della loro femminilitą, dei loro (ma anche dei nostri) primi turbamenti,.
Non sempre ne abbiamo condiviso il gesto fotografico e l'insistenza verso questa tematica; l'abbiamo, invero, sospettata di pedofilia, voyeurismo, provocante solleticamento di sensi.
In effetti gli attacchi sono stati tanti e le accuse, anche giudiziarie, di pedofilia, e addirittura di violenza fisica, non gli sono mancate.
Ma era inevitabile. a mio avviso, che la fotografia si scontrasse con tali raffigurazioni.
Gli storici della fotografia ne hanno documentato l'incontro, o lo scontro (come preferite) ben prima dell'operato di Hamilton; e tutte le altre arti visive (cinema, teatro, pittura) ne hanno sperimentato le inevitabili conseguenze in termine di turbamento, di morbositą come pure di necessitą di rispetto per la persona e per l'adolescenza.
Le sue fotografie avevano, a mio avviso, un loro fascino ma non vorrei che la caccia ai suoi libri, oggi, fosse inquinata dai cattivi pensieri.
Gią ci siamo sbagliati con Lewis Carrol e altri ancora.
Cadere nuovamente nell'errore, questo si, sarebbe diabolico.
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