Inauguriamo con Tony Gentile la nuova stagione ACAF.
La sala De Curtis è colma in ogni suo settore. La mano di Pippo Sergi e dei suoi collaboratori (ing. Nastasi in primis) si fa sentire dietro l’organizzazione della serata inaugurale. Vecchi e nuovi soci si rivedono dopo la pausa estiva e il forzato distacco pandemico; sono presenti i rappresentanti degli altri circoli etnei; altri nuovi volti, ancora, si aggiungono per far festa con noi.
E che festa, potremmo dire. C’è da rinfrescare la nostra voglia di fotografare, di tornare a leggere buoni libri, di scoprire nuovi, nuove iniziative, di godere di nuovi incontri e di nuovi dibattiti.
E l’ACAF è qui con le sue vecchie presenze, con i suoi nuovi responsabili, a offrirci una serata appassionata quanto utile e formativa.
Pippo Sergi ha assicurato una testimonianza musicale (con il cantautore siciliano Antonio Monforte – orgoglioso del suo dialetto catanese) ed una preziosa testimonianza fotografica grazie all’amico Tony Gentile e alla correlata presentazione della sua ultima fatica editoriale “1992” per la Silvana ed.
E subito si accendono i motori dell’ACAF: subito si avverte il risveglio dei nuovi interessi, la curiosità per il lavoro professionale; le eterne domande “perché l’hai fatto”, “cosa volevi dire”, “sei riuscito nell’intento”.
E Tony, provocato da Giuseppe Nastasi e dal sottoscritto, è pronto ad accontentare la curiosità dei presenti; a spiegare i retroscena di tanti risultati visivi.
Si sviluppa, grazie alla civile testimonianza dell’amico ospite, un dibattito sull’eticità e sulla qualità del nostro impegno fotoamatoriale, sulla necessità di contribuire a costruire un’immagine autentica, libera da ogni compiacenza, effettaccio, luogo comune o pregiudizio. Constatiamo che abbiamo il dovere di consegnare ai giovani che oggi ci guardano un immagine migliore e non solo di eroi morti ammazzati.
E stasera comprendiamo maggiormente il lavoro di Tony Gentile; comprendiamo il suo esserci “compagno di strada”; e non solo perché coetaneo, conterraneo, fotografo, ma perché uomo schietto, sincero, autentico, capace ancora di stupirsi e, quindi, capace di intercettare la luce prima che il lutto le sopravanzi.
Bella serata. Chi ben comincia è a metà dell’opera’? Ed allora riprendiamo da questa magnifica occasione
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