Buon Natale, ACAF!
da Pippo Pappalardo
Speriamo che la pandemia sia fuggita da noi tutti; la pace, purtroppo, ci sta scappando di mano; e, con essa, la serenità, la fiducia nella nostra benedetta umanità.
L’altra sera, però, ho rivisto una “ciaramedda”; ne ho sentito il suono; ed ho incontrato il sorriso del cornamusaio.
Il tempo, allora, è divenuto altro da me, penetrando in una dimensione che conosco da sempre, che so di avere avuto sempre accanto, specialmente ogniqualvolta ne ho cercato il senso, il significato: ero dentro la stanza di un ospedale ed un’amica mi suggerì di provare a pregare, ovvero di cercare un senso. La ringrazio ancora.
Quest’anno acaffino, nel suo apparente finire, mi ha regalato doni magnifici: uno è stato bellissimo, evidente e chiaro per me che lo aspettavo e ne cercavo la sua manifestazione.
Tiziana l’ha chiamato “te stesso”; Agata l’ha chiamato “personalità”, scovandolo tra un fremito ed un sorriso; Miriam ha provato a farselo sussurrare dagli angeli; Silvana ha provato ad accenderne il motore; quello dell’anima, della coscienza, dello pneus, dello spirito, insomma quel soffio (chiamatelo come volete), che non si spegne, che, magari, si posa improvvisamente su un’antica, sconosciuta, melodia siciliana.
Provo, allora, a condividere, come in un dono, questa mia modesta, infame immagine, voluta da un vecchio appassionato di libri, che vuol giocare con un improbabile “pastorello fotografo”, cercando di distrarre il pianto di una bambina (la ma Cicitta) con l’antica sua palla di neve dell’infanzia laddove una strana coppia culla, da sempre, la Speranza.
…et verbum caro factum est, et habitavit in nobis
Grazie di tutto.
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