Contrasti
Serata riservata alla pratica del fotografico; e serata realizzata ricorrendo al collaudato esercizio del “contest” che. obbligando i soci a riflettere, a mettere a fuoco le idee e l’uso dello strumento, a confrontarsi ed a dibattere le intuizioni e le riflessioni, conduce ognuno di noi a meglio personalizzare l’uso dello strumento e meglio capire il senso del nostro fotografare.
Il tema, come risaputo, era quello del “contrasto e dei contrasti”. Tema che ritenevo i nostri amici avessero approfondito in senso tecnico-fotografico, puntando magari a quel territorio che muove dal buio e raggiunge la luce (e di fasi intermedie ce ne sono tante e qualcuna avrebbe meritato un’espressività di tipo metaforico o allegorico). Invece, a parte qualche lodevole eccezione, si è preferito puntare su altre valenze lessicali o espressive della parola contrasto. E, quindi, un’attenzione rivolta all’opposizione, alla differenza, alla diversità, alla contraddizione. Tale attenzione ha spinto la giuria (ovvero tutti gli acaffini presenti) a privilegiare il dato contenutistico (il rilievo emotivo, sociale, economico, etnico) a favore di semplici fotografie che sintetizzavano, a mio sommesso parere, il tema del contest (mi riferisco ai due verticali in B/N, del giovane sugli scalini di una chiesa, e alla figura femminile nella piazza di Acicastello, ed anche alla morbida curva che separava il cielo imbronciato da un incolto ma dorato terreno collinare).
Per fortuna il dibattito ha reso giustizia, almeno lo spero, delle difficoltà incontrate per rappresentare fotograficamente il tema proposto.
I partecipanti hanno ancora una volta confermato di privilegiare una rappresentazione di tipo figurativo – narrativo, spingendosi verso la posa e alla decisa teatralità della composizione; inoltre, hanno confermato, in giuria, di privilegiare, ancora una volta, il bianconero.
Meritavano a mio avviso un’attenzione particolare le uscite creative ancorchè “cerebrali” dei due Francesco.
Tutto ciò sta a significare che c’è “movimento”, che il gruppo è “fresco” ed anche (non c’è contrasto) “caldo”: le tematiche hanno solo bisogno di essere studiate e personalizzate, poi ognuno cercherà il suo stile, e risponderà al perché ha visto e rappresentato quel qualcosa.
Proviamo a leggere le fotografie premiate:
1) Roberto Oriti “Dio Akbar”
Il fotogramma raccoglie una studiata composizione, meditata nel suo contenuto e ben confezionata nella sua rappresentazione: occorreva rendere presente un contrasto e l’Autore, una volta individuatolo, l’ha affidato al volto di una bimba illuminato dall’innocenza dei suoi occhi. La composizione non cerca il ritratto (il volto della bimba è quasi coperto) ma punta a sottolineare “come” una possibile riconduzione della persona ad una etnia renda contraddittoria la presenza di un simbolo religioso (anche questo, peraltro, arditamente tagliato, quasi si trattasse di un’istantanea e non di una messa in posa).
Il bianconero ha messo in risalto il dato informativo espresso dalla fotografia ed ha privilegiato, in aderenza al tema, momenti preziosi sotto il profilo cromatico soffermandosi sul bianco luminoso degli occhi e sul grigio sofferto nel rilievo accordato alla scritta INRI.
Ben risolta la composizione sospesa tra un mancato verticale, da accordare sempre ad un possibile ritratto, e un narrativo piano orizzontale, poi, con consapevolezza adottato.
L’immagine ha catturato emotivamente la Giuria che ha aderito al contenuto espresso con evidente chiarezza (forse troppa) e che ne ha decretato, fin dall’inizio, l’apprezzamento.
2) Giuseppe Sergi “S.T.”
È’ la cronaca di un contrasto calcistico nella quale si individua il momento dello scontro, lo si trasferisce, poi, nell’agone sportivo, lo si incornicia, infine, in un caratterizzato contrasto atmosferico ed ambientale.
L’Autore disponeva, nel suo ricco e professionale archivio fotografico, di un’immagine assolutamente capace di soddisfare i requisiti richiesti dal contest e ci ha donato una esemplare, concreta, rappresentazione del contrasto. E se apparentemente, nel colore, non siamo portati a cercare contrasti, il nostro Pippo ci ricorda che con pochi elementi a disposizione si può esprimere - con messe a fuoco mirate e sottolineature plastiche - la ricca dinamica che illumina una cronaca sportiva. Esemplare il controllo del tempo adottato per la corretta esposizione.
2) Giovanni Calabrese “Tagli di luce”
Probabilmente l’immagine che, sotto lo specifico fotografico richiesto dal contest, ha meglio “incocciato” il carattere didascalico dell’iniziativa.
La scelta di un semplice bianconero ha esaltato i ritmi visivi dei gradini sottolineati dalla luce solare, conferendo all’immagine una sua eleganza compositiva rafforzata dalla verticalità adottata e dalla zona aurea privilegiata nell’inquadratura del piano superiore. Paradossalmente, nuoce all’effettiva bontà del fotogramma la sua semplicità estrema, quasi essenziale, che ha fato riflettere la giuria che con giusto criterio, però, l’ha portata in premiazione.
E’ d’obbligo aggiungere che il tema della scala si è imposto come prossima sfida che sarà appunto: “Scale, scaloni, scalini”
Di tanto parleremo prossimamente.
N.B.: Questa è (forse) l’ultima cronaca critica di un contest da me firmata per questo sito che tanto amo. Confido con forza in un prossimo avvicendamento, in un nuovo giro di boa.
Ci sono le persone giuste e capaci; e, poi, io sono sempre a disposizione.
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