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Re:RIFLESSIONI SUI RIFLESSI (1 viewing) (1) Guest
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TOPIC: Re:RIFLESSIONI SUI RIFLESSI
#8046
alb.o (User)
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...credo che qualche altro riflesso do Gary Stochl sia assolutamente doveroso!

eccolo...



 
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Last Edit: 2013/07/04 20:29 By alb.o.
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alb.o (User)
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Re:RIFLESSIONI SUI RIFLESSI 11 Years, 3 Months ago Karma: 2  
E come no! Pippo... Lo avevo intercettato in un ulteriore scatto di riflesso, era pronto ad essere approfondito... Tuttavia mi piacerebbe molto di più saperne ancora da parte tua, visto che lo ami così tanto! Sono pronto, comodo e sul divano... ma è una lunga discussione e quindi nessuna premura! Con calma e quando si trova del tempo!!! Con lui credo sia chiaro dove vuoi arrivare...




Harry Callahan... foto del 1963!
 
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Last Edit: 2013/07/04 20:36 By alb.o.
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#8048
PipPap (User)
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Stiamo scavando nella medesima miniera.
Sogni .... d'oro
 
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#8052
alb.o (User)
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Willy Ronis (1910 - 2009)

Willy Ronis, figlio di un emigrato ebreo ucraino e di una pianista ebrea lituana.

Sfuggiti dalle persecuzioni naziste, l’inera famiglia Ronis si stabilisce a Parigi.

Con Henri Cartier Bresson e Robert Doisneau si pone all’origine del mosviemnto dei “fotografi umanisti” che hanno reso grande la fotografia francese del dopoguerra.

Ronis rappresenta per me il fotografo delle favole di cui parlavamo in precedenza, durante le nostre riflessioni, anche se in realtà è andato ben oltre la fantasia, studiando la vita quotidiana, le scene di strada e dei quartieri della sua Parigi, cercando sempre di trovare il delicato, il gentile ed il “buono” in senso lato in ogni suo scatto.



Foto “vacanze invernali” 1959

Nel 1929 Willy Ronis si iscrisse alla facoltà di diritto, ma iniziò a fotografare già nel 1926. Nel 1932 quando il padre malato gli chiese di aiutarlo nel suo studio, entra a far parte dell’atelier fotografico di famiglia, finchè appena quattro anni dopo, il padre venne a mancare.
Tra il 1936 ed il 1937 conosce David Seymour (fotografo cofondatore di Magnum) e Robert Capa fotografi allora già famosi. Nello stesso periodo incontrò anche Kertész, Brassaï e Cartier-Bresson. Nonostante la personalità fotografica dei suoi amici fotografi, Willy Ronis fu capace di sviluppare una vera originalità, segnata dall'attenzione portata all'”armonia corale dei movimenti di follia ed alla gioia delle feste popolare”. Iniziò a viaggiare ed a produrre una serie di reportage su alcuni paesi europei.
Tornato a Parigi nel 1944 riprese l’attività fotografica ed entrò a far parte dell’agenzia Rapho.
La sua produzione fotografica è fino a questo punto divisa tra reportage, industria, pubblicità e moda, mentre continuò incessantemente la sua raccolta di archivio su Parigi. Tra il 1950 ed il 1970 collezionò una serie di pubblicazioni delle migliori riviste in tutto il mondo: US Camera (Stati Uniti), Photography Year B00k (Inghilterra), Photography of the world (Giapone), oltre che Time e Life. Il suo lavoro venne inoltre pubblicato in una serie di volumi collettivi. Moda (Vogue). Photoreportage et chasse aux images, pubblicato in italia con il titolo de “Il manuale del perfetto fotoreporter; etc. Nel 1953 insieme a Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Izis e Brassaï, ebbe il privilegio di partecipare ad una famosissima mostra al Museum of Modern Art di New York intitolata "Five French Photographers".

Innumerevoli i premi ed i riconoscimenti ottenuti in carriera, tra cui la medaglia d’oro alla Biennale di Venezia nel 1957 ed il premio Nadar, come di seguito descritto.

“Belleville-Ménilmontant”, “Sur le fil du hasard” e “Mon Paris” sono fra i libri più importanti pubblicati da Willy Ronis. Nel dettaglio nel 1983 pubblicò la sua prima monografia “Sur le fil du hasard”, opera che otterrà il premio Nadar. Nello stesso anno ha fatto dono della sua intera opera allo Stato di Francia.


Oggi, l'opera di Willy Ronis è esposta nel mondo intero e le sue immagini figurano nelle collezioni più famose dei più grandi musei.
 
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Last Edit: 2013/08/26 16:38 By alb.o.
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#8053
alb.o (User)
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Di seguito qualche altra sua “riflessione” (chiedo scusa per la qualità delle scansioni).

 
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Last Edit: 2013/08/26 16:34 By alb.o.
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#8054
alb.o (User)
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Re:RIFLESSIONI SUI RIFLESSI 11 Years, 3 Months ago Karma: 2  
A questo punto però, non posso non soffermarmi su un celebre scatto di Willy Ronis. Forse il più celebre, in cui per quanto riguarda la nostra discussione è curiosa l’”assenza del riflesso”. O meglio è importante capire come sia stato deliberatamente scelto di non utilizzare il riflesso (ed a ragione aggiungerei). Nella stanza, una serie di oggetti oltre alla protagonista indiscussa, tra cui uno specchio… Ma questo specchio è stranamente muto… Circostanza fortuita o scelta precisa? Alcune volte un riflesso seppur degno di esistere potrebbe anche essere di troppo, bisogna solo essere in grado di capirlo…

“Estate torrida, 1949, nella casa in rovina acquistata l’anno prima a Gordes. Faccio dei lavoretti in soffitta, ma mi manca una cazzuola che sta al piano terra. Scendo gli scalini di pietra che attraversano la nostra stanza al primo piano. Risvegliatasi dalla siesta, Marie-Anne si lava nella catinella, Le grido: “Resta così!”. La mia rolleiflex è su una sedia, vicinissima. Risalgo tre scalini e faccio quattro scatti, con le mani sporche di gesso. Ho scelto la seconda. Il tutto non è durato più di due minuti. (…) Il miracolo esiste. L’ho incontrato”1.






(1) Lezioni di Fotografia “Willy Ronis” Le regole del caso – Contrasto – Roma 2011
 
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Last Edit: 2013/08/26 16:41 By alb.o.
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