Felice giorno,
caro Amico di sempre,
permettimi di profittare del tempo e dello spazio che ti hanno inventato per poterti parlare a quattrocchi intanto che i “tuoi” governano quel bue volenteroso e quel paziente asinello.
Come avrai appreso da coloro che ti vengono a trovare in questi giorni, dalle mie parti, il Tempo - quello che tu ed io attraversiamo dall’eternità e pretendiamo di risolvere nell’istante - è percorso da una strana ansia, da una pressante preoccupazione, da un oscuro timore che ostacola quanto percepito dai nostri sensi e vanifica lo struggente desiderio di un contatto. Queste sensazioni sono diventate paura, allarme, panico e, ti confesso, durante i mesi che abbiamo trascorso, le visioni intercettate nei momenti di speranza e di fiducia non sono state sufficienti a dissipare i grigi pensieri.
Abbiamo dovuto condividere gli attimi luminosi con i giorni bui del sacrificio e del dolore allor quando ci sembrò che il nostro corpo ci tradisse, allor quando ci parve che ogni dialogo dovesse interrompersi.
Ora sono qui. Altri compagni di avventura e di poesia volevano essere con me in questo momento: si sono dovuti fermare per strada, e nessuna cometa ha indicato loro un percorso, un sentiero, una grotta, una camera oscura per trovare un luogo dove incontrarci.
Uno strano “pastorello” mi segue da qualche giorno. Mi ha detto che cerca un’immagine, perché, dice lui, attraverso questa immagine, cercata e trovata, tutte le altre immagini, ma proprio tutte, avranno senso e compimento. Il pastorello ha fiducia, anche perché non è solo, e dietro il suo strumento ci sono gli occhi di altri amici e di altre amiche che confidano in lui e attendono l’esito della sua visione. Ma io parlo e tu, invece, ridi, sgambetti, piangi. Non stai fermo e, come sempre, ti devo cercare tra una lacrima ed un sorriso. Cerca di stare più attento, lui non è
come Mary con i suoi bimbetti.
Troverà il mio pastorello l’attimo decisivo, quello buono, quello che lui cerca come tu cerchi i miei sospiri? O, davanti a lui, ti trasfigurerai, una volta ancora, su una croce? Via, stai un po’ fermo e, ti prego, ascoltami.
So che hai capito quello che ti voglio dire; so che sei misericordioso nell’ascoltare i miei bisogni. Ma dimmi, allora, quale stella cometa dovrò seguire per riabbracciare i miei amici? quale stella polare dovrà illuminare il tuo e il nostro natale?
A proposito: stella POLAre ti dice qualcosa?
Che fai, non piangi più? Hai afferrato il messaggio? Se si, domani, sotto l’albero della visione, quello che da tempo abbiamo piantato, vieni a farci compagnia. Indossa la mascherina, mettici pure i tuoi colori, mettici pure le tue luci e le tue stelle, ma riportaci in Via Pola. Il mio pastorello, ne sono sicuro, troverà quel che cerca.
P.S.:
Scusami per la confidenza ma è …… Natale.