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Missili e capezzoli (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Missili e capezzoli
#6378
PipPap (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: catania Compleanno: 1952-11-11
Missili e capezzoli 12 Anni, 3 Mesi fa Karma: 9  
Ombre di guerra
Contrasto edizioni, € 29,00

Trentacinque anni fa, a Taranto, marinaio, passavo in rassegna con lo sguardo le più belle unità della nostra flotta. Le ricordo ancora tutte, come un innamorato: nei colori del tramonto, i loro profili, le carene, i cannoni, le bandiere, le sagome accarezzate dal vento e lambite dalla spuma del mare. Leggére, galleggiavano davanti ai miei occhi compiacenti e compiaciuti per tanta tecnologia e tanta eleganza che, ahimè, si sposava a un uso bellico.
Mi distrasse prosaicamente da questa contemplazione l’amico commilitone Pitrino, mio “frà° e mio conterraneo e mio vicino di branda, sempre, e soltanto, incuriosito dalle fattezze femminili e sempre pronto a distrarsi quando il suo enorme naso, prima ancora che il suo occhio, avvertiva una figura muliebre all’orizzonte.
E fu mentre ci scambiavamo questi “reconditi pensieri visivi”, che Pitrino scolpì la celebre frase che rimarrà impressa per tutti i giorni della mia vita: “Nessuna punta di missile vale un capezzolo di Edwige Fenech e nessuna bocca dei tuoi cannoni può paragonarsi alle sue labbra”.
Sul momento risi di gusto alla sua battuta, e così per molti giorni ancora, e tutte le volte che salutavamo sull’attenti l’uscita delle nostre navi. E rido ancora.
Ho ripensato a Pitrino, mentre sfogliavo le pagine della bella antologia pubblicata da Contrasto che raccoglie novanta fotografie dai principali conflitti del mondo per dire basta al dramma della guerra.
Il libro, è il catalogo di una fortunata e visitatissima mostra voluta e patrocinata dalla fondazione Umberto Veronesi la quale intende correlare i risultati delle ricerche scientifiche con le necessità e l’urgenza dell’istanze pacifiche di tutti gli uomini e di tutti i popoli.
Le immagini, temporalmente delimitate al secolo scorso, sono tutte celebri e appartengono alla storia della fotografia ma la selezione si fa apprezzare per la capacità di spingere ad una riflessione che va di là del giudizio sulla capacità tecnica dello scatto e investe proprio ciò che per l’amico Pitrino era assoluta ed evidente coglioneria se paragonata ai sogni che la buona Edwige gli procurava.
La guerra è una brutta cosa, e lo sapeva Robert Capa che la fotografò sempre per farci capire quanto è bella la pace: penso che avrebbe preferito immergere mille volte l’obiettivo nell’amato volto della Bergman piuttosto che sporcarlo sulle spiagge della Normandia.
N.B.: scusate (per questa volta) il carattere maschilista di questa nota ma resto convinto che se pensassimo maggiormente, seriamente, al volto delle donne ci dimenticheremmo della guerra (e non è retorica, anzi).
 
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Ultima Modifica: 2012/02/07 18:49 Da PipPap.
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