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di Lucia Pulvirenti
E’ ormai da molto tempo che mi dedico intensamente alla photo street, tanto da farmi affibbiare addirittura
il nomignolo “Puluxstreet”. Mi sembra quasi doveroso parlare di questa mia grande passione per la “strada” e cercare
di spiegare come è nata e soprattutto cosa mi ha spinta in questa direzione.
Ma partiamo dall’inizio, cos’è?. Cos’è veramente la street photography?.Dare una definizione esaustiva non è semplice.
Si potrebbe cominciare dicendo che è un genere fotografico, più precisamente un genere di reportage. La street è infatti l’istantanea della vita urbana osservata per strada nella sua quotidianità e nei suoi molteplici aspetti che affronteremo di seguito. Le immagini di questo genere fotografico sono lo specchio della società, delle persone che la compongono, catturate durante la vita di tutti i giorni da qualche occhio attento alle sfumature dell’umana commedia che va in atto negli spazi pubblici. Essere uno “street photographer” significa quindi essere in sintonia con la vita, percepirne gli umori, gli odori, i colori, i particolari, viverla insomma con intensità per poi cercare di rappresentarla , ma sempre solo dopo averla assorbita e digerita. Così facendo si impara ad osservare, a non pensare ma ad essere veloci, istintivi, si impara il rispetto per il prossimo e con un minimo di azzardo si supera la timidezza che inizialmente è il peggior nemico per questo genere fotografico; infatti soprattutto per le prime volte si tende a stare distanti, quasi ad essere trasparenti, per non farsi notare. Ma come si fa in fondo ad essere trasparenti con una macchina fotografica di grosse dimensioni al collo magari corredata da un’ottica lunga per riuscire ad immortalare le scene senza entrarci dentro? Col tempo ti rendi conto che la migliore cosa è viverla la scena da immortalare, ci vuole coraggio, bisogna mettersi in gioco, esporsi, parlare con la gente, ringraziarli quando è il caso; l’ideale equilibrio è quindi essere coinvolto ma non invadente. Per fare questo la cosa fondamentale è mettere sullo stesso piano mente, occhio e cuore, come suggeriva il primo promotore della street, Henri Cartier Bresson, che aggiungeva che per avere questa attitudine bisogna avere prontezza, disciplina, sensibilità e senso geometrico. Immortalare la “strada” comunque non sempre ci fa portare a casa delle belle immagini (il classico paesaggio per intenderci) perché la vita non sempre è “bella”. Anzi talvolta le regole prospettiche e di composizione vengono volutamente deformate per fare acquisire ancora più drammaticità ad una scena, ma di sicuro è reale, è poesia e come tale ha diverse sfaccettature, a volte dolce, ironica, romantica, imprevedibilmente bellissima ed emozionante ma altre volte tragica o addirittura crudele. Perché?. Perché la street photography quindi?. Ma cosa c’è in fondo di più importante, affascinante, coinvolgente ed umanamente essenziale che fotografare la vita nella sua “verità”?. Cos’altro può dare più significatività ad un’immagine, se non il proporre il palcoscenico dell’esistenza?. E naturalmente, per rappresentare qualcosa, bisogna conoscerla, o almeno essere in sintonia con essa, essere recettivi. E’ quindi molto importante iniziare col piede giusto, perché la street photography è un padrone esigente e dal carattere difficile. Bisogna essere appassionati davvero, crederci, volerlo. Bisogna partire con semplicità e umiltà. Bisogna guardare con attenzione al lavoro degli altri, soprattutto dei grandi maestri. Bisogna essere, quindi per sintetizzare, persone che amano la vita e che amano gli altri. E per finire, un ultima domanda, quando?. Quando si fa la fotografia da “strada”?. Non c’è un momento ben preciso, non si deve uscire all’alba per avere i colori e la luce giusta. Il momento perfetto è sempre lì davanti a te, a tutte le ore, mentre fai una passeggiata, mentre sei al mare a prendere il sole, mentre vai a lavoro o ad un appuntamento romantico. Insomma la street photography è sicuramente un genere che ti prende e ti entra dentro. E’ un genere che comincia a far parte di te, delle tue giornate e a volte -come accade spesso a me- anche delle tue notti, in particolare dei tuoi sogni. Ultimamente infatti i miei sogni si sono trasformati, non sono più i sogni di una volta, ma sono formati da immagini, direi meglio, da una serie di immagini che danno vita ad un racconto. E la mia vita? Tutta la mia vita si sta trasformando in immagini, progressive, continue, vere, colorate o in bianco e nero, meravigliose immagini che parlano di me attraverso i gesti della gente comune.
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