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mercoledì, 23 novembre 2016 |
There are no translations available Serata tecnica dedicata alla visione dell foto realizzata durante l'uscita fotografica al lago Maulazzo. Ogni partecipante potrà portare 5 fotografie. Sarà un modo piacevole e costruttivo per confrontarsi e analizzare il modo di fotografare degli altri. INGRESSO LIBERO
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lunedì, 15 aprile 2013 |
There are no translations available
Bazan e Cuba, la storia di un amore malinconico
Incontro con l'autore di "BazanCuba" e "Al Campo"
di Maria Torrisi
Ha chiuso la porta, Ernesto Bazan, lasciandosi alle spalle la "sua"
Cuba. Una terra che prima lo ha ammaliato, inebriato, rapito, e poi
lo ha
respinto, costringendolo a "scegliere" di allontanarsi. Perchè, se in
un primo momento quella terra incantata e imprevedibile lo ha
osservato con curiosa avidità, alla fine ha avuto paura di lui.
Non solo della sua unica "arma" - una reflex meccanica, con
obiettivo
manuale - ma soprattutto delle sue potenti ali, che potevano far
volare
troppo in alto coloro che dal regime sono costretti a rimanere
schiacciati al suolo.
Oggi - anche grazie al contributo di tanti giovani che hanno
frequentato i suoi master di fotografia e che si sono legati a lui
riconoscendogli impareggiabili doti di professionalità - i
tantissimi
scatti, che in 14 anni di devota permanenza sull'Isola sono stati
catturati dalla sua "Canon"
e collezionati in un instancabile, assiduo lavoro di ricerca
dell'attimo che mai si ripete e mai ritorna, sono diventati libri.
Due libri, che non sono soltanto la straordinaria raccolta di
indiscussi
capolavori d'arte, ma è anche una malinconica e struggente opera di
denuncia.
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martedì, 29 gennaio 2013 |
There are no translations available
di Pippo Pappalardo
Non abbiamo ancora messo a riposo i segni del passato Natale, non abbiamo neanche smaltito l’appesantimento fisico del festeggiato anno nuovo, e già i nostri sensi sono nuovamente provocati, sollecitati e richiamati attraverso gli occhi, il naso e, soprattutto, attraverso, il palato.
Per i catanesi, è arrivata Sant’Agata.
Il nostro Presidente, sempre attento a offrirci nuove palestre dove
praticare il nostro esercizio preferito, stavolta ha pensato di farci
ritornare sulla festa di Sant’Agata e così, dalla documentazione degli
aspetti gastronomici in essa vissuti, iniziare un racconto tematico
della ricorrenza supportato da questo elemento.
C’è un senso nascosto nella provocazione: e nascosto tra i cinque sensi
della tradizione fisiologica, c’è il senso del ricordo, della memoria.
A tutti è ormai noto l’episodio raccontato da Marcel Proust nel romanzo
“Dalle parti di Swann”, il primo libro della monumentale “Alla ricerca
del tempo perduto”: il protagonista inzuppa nella tisana che gli è stata
offerta un biscottino, una “madeleine”, (il nostro pazientino) e,
grazie al gesto, all’odore, al profumo, al sapore di quel semplice
biscotto inzuppato gli si risvegliano dettagliatissimi ricordi,
sottilissime percezioni, inconsce nostalgie, struggenti rimembranze,
ammalianti richiami cui si abbandona ricostruendo il senso di ciò che ha
perduto negli anni e di ciò che non si ripeterà “mai più”, nevermore,
jamais.
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mercoledì, 09 gennaio 2013 |
There are no translations available
di Pippo Pappalardo
Dal discorso tenuto dal prof. Giorgio La Pira al Convegno dei Sindaci di tutto il mondo in Firenze, il 2 0ttobre 1955,
Le città hanno una vita propria. Hanno un loro proprio essere misterioso e profondo. Hanno un loro volto. Hanno, per così dire, una loro anima ed un loro destino. Non sono cumuli occasionali di pietre. Sono misteriose abitazioni di uomini e più ancora, in certo modo, misteriose abitazioni di Dio: Gloria Domini in te videbitur. Non per nulla il porto finale della navigazione storica degli uomini mostra, sulla riva dell’eternità, le strutture quadrate e le mura preziose di una città beata, la città di Dio.La nostra disattenzione a questi valori di fondo, che danno
invisibilmente ma realmente peso e destino alle cose degli uomini, ci ha
fatto perdere la percezione del mistero delle città. Eppure questo
mistero esiste e proprio oggi – in un punto così decisivo della storia
umana – esso si manifesta con segni che appaiono sempre più marcati e
che richiamano alla responsabilità di ciascuno e di tutti.
Ebbene, questa epoca delle città nella quale siamo entrati coincide, per
un misterioso paradosso della storia, proprio con l’epoca nella quale la
contemporanea distruzione delle città essenziali può essere l’affare di
pochi secondi! Non è ormai un sogno: entra nella zona delle cose
possibili. Nello spazio di poche ore la civiltà umana potrebbe essere
radicalmente privata di Firenze e di tutte le capitali del mondo. Tutti
si chiedono: -che sarebbe il mondo umano privato di questi centri
essenziali, di queste fontane insurrogabili, di questi fari creatori di
luce e di civiltà?
Ecco il problema fondamentale dei nostri giorni, il quale ha anche una
sua precisa impostazione giuridica. E è’ il seguente: hanno gli stati il
diritto di distruggere le città? Di uccidere queste “unità viventi” –
veri microcosmi nei quali si concentrano valori essenziali della storia
passata e veri centri di irradiazione di valori per la storia futura –
con le quali si costituisce l’intero tessuto della società umana, della
civiltà umana?
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