No, no. Con le fiabe, vi prego, no.
Si dice di esse che non sono vere ed invece ....
E poi, spesso, sono inquiete; ci si può anche perdere. Si esce dal Paradiso e si finisce nell'Inferno. Sembrano parlare ai piccoli ed invece sono il regno delle paure e delle inquietudini dei grandi, che non vogliono vedere che, assai spesso, sono rimasti piccini.
Meglio i "miti": nel bene e e nel male questa è roba seria nella quale si può incontrare il riflesso di una qualche buona riflessione (ricordiamoci di Cesare Pavese e dei suo "I dialoghi con Leucò"
.
Ancor meglio, lasciatemelo dire, provare con la musica: il suono infatti è materia e quindi si riflette, e quando lo si organizza, pardon lo si progetta, per una sua udibile riflessione, parla, e parla benissimo.
Se non siamo contenti del risultato sonoro delle Variazioni Goldbergh del buon Bach (che riflessione!) possiamo rivolgerci a Debussy ed ai suoi "Reflets dans l'eau", guarda caso dalla raccolta "Image".
Ma con le fiabe, no. Là i riflessi sono infidi, ambigui, non sinceri e spingono a tristi pensieri: siam sicuri che il brutto anatroccolo sia stato contento di sapere di essere stato sempre un cigno, oppure provava solo soddisfazione dell'invidia altrui?
E poi, la regina matrigna, bella quanto cattiva (grande Tina Lattanzi): si fidava dei riflessi che le porgevano i suoi stessi cattivi pensieri come una che voleva essere regolarmente imbrogliata. Cattiva prima ancora di affacciarsi allo specchio delle sue brame.
Decisamente meglio Debussy: provate ad ascoltare che cosa sa riflettere Arturo Benedetti Michelangeli col suo pianoforte: a me ogni volta vibra ....tutto.
Ed allora? un riflesso fotografico come sana composizione.