Settimana Santa, Settimana di Passione.

img_9468-modifica.jpgIn ACAF, vivere questo tempo “forte” della vita associativa, è stato sempre un momento significativo del nostro guardare, vedere, osservare, riflettere.
Siamo pur sempre un sodalizio di siciliani e, in quest’isola benedetta, il lutto e la luce, spesso, si sono intrecciati nella sacralità di un teatro metafisico che, anche noi, abbiamo
voluto interpretare.
L’amico Licio ci ha suggerito, negli anni, i tanti luoghi, dove andare a vivere delle emozioni e, in quelle emozioni, trovare il lievito opportuno per far crescere la passione.
Si, perchè senza le prime non c’è la seconda; e se l’emozione ha una sua natura tutta fisica ma momentanea, la passione da quella muove per attivare una circolarità che coinvolge la mente e il cuore; e dura più a lungo, statene certi.
Stamani, davanti al negozio Jacadì di Piazza Iolanda, “guardavo” la mia immagine “riflessa” dalla vetrina: “vedevo” un anziano signore che nascondeva in una sciarpa
invernale il proprio volto per prudenze sanitarie; quel signore, che ero io, assumeva, rassegnato, una posa tranquillizzante e paziente accodandosi in fila davanti al supermercato.
Tutti procedevamo piuttosto lentamente e silenziosi, ma io di più. Perché direte voi?
Perchè una gigantografia faceva bella mostra di sé all’interno della vetrina del negozio. E la fotografia mi porgeva l’immagine di una bimbetta deliziosa nel suo abituccio primaverile, colorato di piccole arance (o pesche?); l’immagine, ahimè, si sovrapponeva alla mia sagoma.
Mi parve, però, che quella bimba mi sorridesse.
Sorrideva all’’inutile tristezza di quella fila o sorrideva al mio sguardo incantato?
Mi sembrò che dicesse: “non hai una bimba cui regalare un abito di primavera? Mi regali, almeno, il sorriso di uno scatto”.
Pensai allora a Walker Evans quando scriveva che “ogni fotografia è una carezza fatta al mondo”.
Pensai, allora, che ci fosse bisogno di bene dire delle piccole cose, dei centimetri, degli atomi, delle molecole del mondo (ai virus riservai un diverso pensiero).
Realizzai in un attimo che l’istante di un’emozione stava trapassando nella circolarità della passione: il logos chiedeva al kaos le sue ragioni e accendeva il pathos; il riflesso della
mia immagine, allora, incontrava lo sguardo della bimba e dal confronto veniva fuori il desiderio struggente di salutare la prima vera, alla faccia della mia sciarpa.
Una signorina, delicatamente, bussò alla mia spalla.
”Non guardi la vetrina e faccia qualche passo avanti; davanti a lei non vedo più nessuno e dietro di lei, invece, tante persone hanno formato una processione; e non siamo ancora al
santo venerdì – sussurrò.
“Chiedo scusa, ma la bambina era così bella”.
“E allora le compri un uovo pasquale – e che sia la versione rosa, le raccomando – e attenda ….”
“Che cosa?”- risposi trepidante.
“La sorpresa pasquale, cosa pensava” - proferì con un sorriso.
***
Mary, Girasole Scortese, mi presti l’immagine di qualche tua bimba?
Pippo Pappalardo