ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia

 
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Re:del nostro tempo e del nostro spazio (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Re:del nostro tempo e del nostro spazio
#9071
Caristofane (Utente)
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Ancora...

diamo merito al merito...

questa volta Francesco ha fatto centro!

Copiata, rubata, non m'importa (chi ha detto "i grandi artisti non copiano, i grandi artisti rubano"?) la sua trovata ha avuto la capavità di smuovere le acque chete che ultimamente sembravano ristagnare.

Poi forse è stata un po' buttata li, forse si poteva preparare meglio: allungare i tempi, educare l'uditorio, spiegarne il senso... poco importa, prendiamo il buono di ogni cosa e ripartiamo da capo.

Pippo ha fornito degli spunti, a mio avviso importanti, Alberto ne ha aggiunti altri, parimenti costruttivi, giovani come Giadina, forse sono la leva per sollevare (e ribaltare?) il mondo (fotografico).

Non fermiamoci qui, per favore.

L'auditorio ACAF va istruito per questo percorso nuovo, ma non credo sia impossibile.

Le strade sono già segnate da chi mi ha brillantemente preceduto.

Occorre ora avere la capacità di non perdere questa occasione.

Giovani e meno giovani, soci e non, non potranno che trarne giovamento.

E se qualcuno, forse, mi par di capire è rimasto un po' scottato da questa prima botta...

FERMI TUTTI,

non mollate e non scappate via, c'è ancora tempo, "il nostro tempo", e spazio, "il nostro spazio", per costruire qualcosa di nuovo e di bello...


Che la luce sia con voi... (liberamente parafrasato da Guerre Stellari)

 
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E\' un\'illusione che le foto si facciano con la macchina... si fanno con gli occhi, con la testa e con il cuore.
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Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.
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#9073
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Re:del nostro tempo e del nostro spazio 9 Anni, 5 Mesi fa Karma: 0  
Seconda ed ultima parte.
Fatte le considerazioni di cui sopra e proposti alcuni aggiustamenti, desidero esprimere a mio avviso,ripeto a mio avviso alcune riflessioni sulla serata in questione.
E'stata una animata serata di dibattito sull'argomento“Passione Fotografia”,con tutte le sfaccettature,interpretazioni, opinioni,pareri,considerazioni che LIBERAMENTE è stato ritenuto opportuno fare. Le parole di Voltaire:
Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire,
hanno ,sin qui, guidato il mio modo di vivere in tutti i contesti in cui mi sono trovato ad operare e non potrei restare in “ambienti“ dove questo venisse messo in discussione,Acaf compresa.
Quindi massima libertà di espressione,seguita magari da non condivisione.
Se si vuole“trascurare”il percorso omnicomprensivo”dell’autore ed esprimere un giudizio sul lavoro presentato…nessuno scalpore.
Dopo aver realizzato in pieno i vantaggi di un progetto iniziale (ws con Carli), la serata ci ha proposto la“visione”di 3 progetti postumi. Con tutte le limitazioni e difficoltà che essi presentano, con tutte le problematiche e difficoltà che mi sono trovato ad affrontare al ritorno dei miei viaggi,di gruppo, con la necessità di dare un”tema” alla proposta che intendevo sottoporre.
Questo per chiarire che conosco appieno le difficoltà di chi fotografa… il gay-pride o va in Brasile e cerca una trama,un percorso più che un progetto e volendolo completare non ha un gay pride a settimana o può tornare in Brasile.. ( so che Giada parlava di diritti negati ed Elio di rapporto con l’ambiente)…
Ma di queste problematiche torneremo a parlare in tante prossime occasione …certamente.



Abbiamo sempre ringraziato chi,per cultura esperienza,dialettica,conoscenza ,lungimiranza ci ha aiutato a "vedere oltre"..ma l’omologazione del pensiero non abita qui o almeno io non abiterò più qui se sarà questo l'indirizzo.

Ci sono “passaggi”importanti nell’intervento di Pippo:
Ho testato con mio enorme dispiacere che pochi giorni di confronto con persone,che avete avuto la fortuna di conoscere anche voi, son bastate per distruggere un sapere costruito in vent’anni di esperienza.( Si riferisce a docenti universitari)
Aggiunge constatazioni di cui si deve tener conto:
Stiamo vivendo un particolare momento della nostra maturità, sia come gruppo che come singoli fotografi ed intellettuali dell’immagine. Attorno a noi, con o senza di noi, le idee, ed il modo di organizzarle e dar loro una forma, cambia con coscienza e partecipazione di tutti.
Rispetto a questo naturale dinamismo io ritengo, (ripeto, io ritengo) che la pluralità di voci e di esiti fotogafici vada integralmente attenzionata con occhi nuovi, con cervelli nuovi, con cuori nuovi (è un vecchio che dall’al di là ce lo ricorda).
Condivido con qualche riserva. La fotografia “cammina da sola” , deve comunicare avvalendosi di poche note che l’autore inserisce come chiave di lettura.
Non potrà contare,in ogni circostanza dell supporto“vocale” a dettagliare su problematiche interiori o introspezioni personali.

Vorrei soffermarmi ancora sul tono generale dell’ intervento di Pippo, può aver fatto nascere nei lettori assenti, alcuni con sorpresa prontamente intervenuti,il sospetto di chissà quali contrasti.
A mio avviso Pippo esprime,solo “delusione” in quanto non si è disgiunto il percorso degli autore dal lavoro ancora in itinere. Nella circostanza non si è“stroncato” nessuno ne scoraggiato a proseguire nei propri progetti.
Aspetterei prima di giunfere ad affrettate conclusioni,nessuna critica distruttiva,non è nelle tradizioni di via Pola, ne tantomeno parlerei di occasione sprecata, i commenti a fine serata andavano intutt’altra direzione confermando la bontà dell’iniziativa.
Copiata ? Rubata ? Ma nessuno ne ha vantato la primogenitura !
Desidero riportare,a vantaggio degli assenti, alcune note sul report della serata.
Ha comportato necessità di analisi il dato che i due lavori, realizzati nel giro di pochi giorni, avessero avuto bisogno di un anno per la selezione,ricerca del titolo ,strutturare la presentazione ed altri particolari e fossero ancora incompleti, ma questa circostanza è comune a tutti.
Queste “curiosità sono state serenamente presentate” ai due giovani autori che hanno avuto modo di ribadire le problematiche dei progetti in parte risolti in parte in fase di definizione.
Hanno evitato così la…lapidazione.
Devo confessare che in queste “spiegazioni” ho sentito come un “rimprovero personale” le affermazioni di Elio che era lieto di aver trovato chi lo ha aiutato ad analizzare selezionare,discutere su presentazione,scelta di carte ed altro.
Mi rendo conto di essermi dilungato ,ma prima di chiudere definitivamente questo episodio ,non ci saranno altri miei interventi
Permettetemi di fare una considerazione .La nostra attività , intendo l’Acaf,è costante,diversificata,impegnativa,onerosa ma da una certa parte si interviene essenzialmente per evidenziare,approfondire eventuali lacune e incompletezze o manchevolezze.
Non abbiamo mai manifestato la presunzione di soddisfare le esigenze di tutti. Non abbiamo la pretesa di rappresentare la filosofia dell’immagine.
Se si evidenzia l’esigenza, nel panorama locale, di un altro soggetto associativo che risponda alle mutate strategie culturali e maggiormente preparate,ne auspico la nascita e la crescita.
Ne godremmo tutti. Ci sono personalità spiccate su cui contare,dotati di tutti gli attributi per una facile crescita,potendo contare su disponibilità economiche ed entusiasmo,basterà impegnare un po’del proprio tempo che unitamente all’entusiasmo faranno si che i risultati e le soddisfazioni non mancheranno.
n.b. Queste ultime considerazioni sono esclusivamente personali e non coinvolgono in alcun modo il pensiero Acaf.
Arrivederci a presto
 
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#9074
Caristofane (Utente)
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Re:del nostro tempo e del nostro spazio 9 Anni, 5 Mesi fa Karma: 2  
Suvvia Salvo,
non mi sembra il caso di essere permalosi.

In fondo si tratta solo di adattarsi al mutare dei tempi, non hai forse tu stesso più volte ricordato come l’ACAF è mutata nel corso degli anni, tanti, che l’hanno condotta fino a ciò che è oggi?
Nessuno ha detto che l’ACAF non si sia impegnata e non abbia fatto dei grossi passi per portarsi avanti. Sappiamo bene quali importanti maestri sono venuti a trovarci in questa riapertura di stagione. Non ho forse dato il merito alla “trovata” di Francesco? Poco importa se inventata, copiata o rubata, l’importante è averla inserita in programma e che funzioni.
Ma quale omologazione del pensiero, al contrario: l’apertura del pensiero!
Ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo, cui noi stessi dobbiamo abituarci e confrontarci, ma grazie all’esempio offertoci da Enzo Carli, che dobbiamo fare nostro, possiamo provare a superare dei limiti, legati forse più ad una chiusura un po' provinciale che ad una reale incapacità.
Nessuno è obbligato o si deve sentire escluso, ma tutti sono coinvolti, attraverso una crescita comune tutti potremo sentirci proiettati in un percorso di crescita, che, se poi non piace, nessuno è obbligato a seguire.
In fondo non ci ha detto Mario Cresci che in mancanza di una scuola istituzionale di fotografia, devono essere i circoli fotoamatoriali a farsi carico di portare avanti un percorso culturale?

Certo, “al fin della licenza io tocco” avrebbe detto Cirano, e così tu: touché! E’ vero, io non c’ero, non c’era neanche Alberto. Eppure, non ho potuto fare a meno di leggere qualcosa in quelle righe di Pippo. Un’occasione sfumata? Forse. Ma soprattutto, al di là di qualsiasi rimpianto, una speranza! La speranza di un rinnovamento. Di una nuova possibile crescita, ma anche di una possibile visione della fotografia, oggi.

Lapidazione, no! Mai! Lasciamole agli integralisti islamici, ai Talebani.
Qui non si deve lapidare nessuno, anche perché, al di là del troppo facile “chi è senza peccato…”, chi può dire di aver assolutamente capito tutto della fotografia di oggi da poter stroncare una ricerca, un percorso di esplorazione.

Tu lamenti “dei rimproveri personali”. Io, invece, credo di cogliere disperate richieste d’aiuto. Non credi che alcuni si sentono tristi a dover cercare in casa d’altri ciò che non hanno trovato nella propria? Di dover provare “siccome sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale”? Non credi che questo dovrebbe essere invece uno stimolo ad andare incontro ai giovani ed accogliere le loro istanze?
I giovani, sono la nostra ricchezza, il nostro futuro, solo trasmettendo loro le nostre esperienze possiamo sperare in una loro crescita, solo accettando la freschezza di una visione nuova possiamo crescere a nostra volta.
Non rifiutiamo una mano tesa, offriamo la nostra in cambio. Unite saranno una forza!

Infine :

“Queste ultime considerazioni sono esclusivamente personali e non coinvolgono in alcun modo il pensiero Acaf”.
Via, sai bene che Tu sei l’ACAF, si lo siamo un po’ tutti, ma tu (e Cosimo, ovviamente!) molto più degli altri e nessuno vuole toglierti questo merito. Questo vostro essere primus inter pares.

Ciò detto, però, sulla frase:
“Se si evidenzia l’esigenza, nel panorama locale, di un altro soggetto associativo che risponda alle mutate strategie culturali e maggiormente preparate, ne auspico la nascita e la crescita.”

Pecrchè? perchè, ti chiedo, e mi chiedo. Perchè dobbiamo arrivare a questi toni, a queste parole?
Ma come, mentre Pippo (e non solo) auspica una “fotografia siciliana” vogliamo chiudere le porte? Anziché unire le realtà esistenti in un unicum più forte (vecchia utopia, direbbe qualcuno) ancora vogliamo smembrare l’esistente in sempre più piccole comunità chiuse? Anziché accogliere e unificare, vogliamo dividere?
Mi dispiace, ma non posso condividere. Se le giovani menti fuggono "all'estero", noi c'impoveriremo e su questo c'è poco da dire.

E dunque, qui, secondo me, (sempre nel massimo rispetto della Volterriana sentenza da te giustissimamente citata) sbagli (e con te tutta l'ACAF ovviamente, e vorrei dire Noi).

Ma io, lo sai bene, non sono nessuno, forse... solo un piccolo grillo petulante e, come tale, destinato a rimanere inascoltato!

Cari saluti e
arrivederci a presto,

Emanuele
 
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Ultima Modifica: 2014/11/02 20:33 Da Caristofane.
 
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