Tempo di bilanci
Bilancio editoriale
La stagione è ormai agli sgoccioli e non si può dire che sia stata particolarmente esaltante.
Molte pubblicazioni sono apparse all’ombra del gran sole del libro di Salgado GENESI, che ha oscurato apparentemente tutto: ma, in effetti, c’èra gran poco da oscurare.
Andiamo con ordine:
diamo per scontato che le iniziative editoriali non hanno trovato nel ristagno economico finanziario della nazione alcuno stimolo e alcun conforto;
rileviamo che occorre sempre maggior coraggio ad investire sul nuovo nel momento in cui proprio le novità stanno subendo una trasfomazione merceologica e tecnologica epocale (il libro elettronico, multimediale, personalizzabile, incalza sempre di più e pare fatto apposta per la fotografia);
che la carta costa sempre di più e l’Iva sui libri non scompare del tutto;
ciò premesso, constatiamo che non c’è spinta a curiosare, a proporre nuovi generi, a percorrere itinerari almeno lontani dal solito catalogo celebrativo, dalla ricorrenza, dalla circostanza.
Annotiamo, peraltro, che nesuna grande opera è stata messa in cantiere o mandata in edicola (niente dizionari, compendi, raccolte, enciclopedie); che si è preferito insistere sui grandi nomi e sui ritorni di tipo promozionale; che modesto è stato l’apporto a fenomeni (Expo, Grande Guerra), sotto il profilo editoriale- fotografico; e che, infine, nessuno ha tentato la politica della ristampa (l’anno passato ci sono state almeno due grandi ristampe- Skyline di Fontana e Kodacrhome di Ghirri-) con gioia dei collezionisti e rinvio al limbo dei libri perduti.
Einaudi, da cui attendiamo, forse, sempre troppo e di più, non ha editato nulla dopo il botto della Valtorta e della Muzzarelli ma è d’obbligo precisare che in fatto di cultura d’arte visiva rimane la nostra casa editrice di riferimento.
Rizzoli ha trattato solo letterariamente la fotografia.
B. Mondadori ha interrotto la collana dei saggi e delle autobiografie fotografiche.
Solo i piccoli hanno avuto il coraggio di buttar giù qualcosa di concreto.
Postcart dell’amico Corrivetti su tutte: bello l’impegno sulla mafia (il nostro Gentile, e Francaviglia con “Le donne del digiuno”), bellissima l’idea di portare in Italia i libri americani della mitica Aperture; eccezionale, poi, e degna di gloria la monumentale raccolta di saggi di Diego Mormorio, sull’incontro letteratura e fotografia.
“Gente di fotografia” ha brillato per la sua apertura alle avanguardie e l'annunciata disponibilità per chi queste novità vuol realizzare editorialmente.
Salutiamo il ritorno di Alinari sulla scena editoriale (molto bello il suo Brassai) e apprezziamo la volontà dell’Electa di abbassare i costi anche con pubbblicazioni di asssoluta qualità (Dondero, Henri, Spina, Pompei).
Contrasto è stata l’editrice più prolifica e più vicina alle nostre attese; impagabile la sua ripresa di J. Berger e la sua volontà a costruire, da prospettive diffferenti, il percorso dell fotografia; puntuale ed apprezzato l’omaggio a Basilico.
Andando direttamente sui fotografi: copiosa, come sempre, la produzione di Berengo Gardin ma che si avvita sulle solite tematiche ancorchè con impegno cristallino ed onestà assoluta. Altrettanto generosa la produzione di Scianna che ha diversificato per i suoi lettori l’attesa dei suoi libri: una riflessione sul cibo, uno splendido testo sul ritratto scritto e fotografato, un colloquio con le neuroscienze, un raffinato esercizio di invito alla lettura;
più mirato il contributo di Cresci e sicuramente più suscettible di dibattiti quello di Claudio Marra (La fotografia e le arti visive).
Che dire!
Paradossalmente ancora troppa roba sotto il sole. Tanta da non consentire al nuovo di venire fuori.
Ma il nuovo c’è e va cercato per noi stessi; e non per l’idea di fare semplicemente un regalo all’amico.
Io, il mio libro, per quest’anno l’ho trovato: è Giovanni Chiaramonte, Jerusalem, ed è la libreria vaticana che l’ha prodotto in maniera esemplare.
Giovanni ha avuto un coraggio particolare a mandare in stampa un libro del genere: ma da quel libro sta iniziando una riconversione di prospettiva sulla fotografia contemporanea di cui bisognerà tenere conto.
Beh, se lo volete sapere, l’altra sera alla presentazone del GazeBo
ho sentito lo stesso profumo di coraggio, ed ora so dove andare a cercare al di la delle librerie.