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Miriam, Emanuel, la nouvelle vague (1 in linea) (1) Visitatore
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Discussione: Miriam, Emanuel, la nouvelle vague
#10610
PipPap (Utente)
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Sesso: Maschio Ubicazione: catania Compleanno: 1952-11-11
Miriam, Emanuel, la nouvelle vague 2 Anni, 11 Mesi fa Karma: 9  
Forever young (Bob Dylan)


Fuori gli attributi, verrebbe da dire, con discrezione e rispetto. E stavolta sono gli aggettivi qualificativi (gli attributi) da attenzionare con intelligenza ed interesse.
Stiamo parlando dei gioielli di famiglia, delle nuove leve acaffine – Myriam Scalisi ed Emanuele Rapisardi - che dispongono di “occhi puliti, sinceri, genuini e bene educati”.
PULITI perché ancora integri, non ancora viziati o compromessi da una cultura visiva che ha rinunziato ad essere, appunto, una cultura e, quindi, è scomparsa dinanzi ai comportamenti modaioli o alle interessate suggestioni; SINCERI perché espressione di una passione, ovvero del desiderio di capire, penetrare, scoprire, sorprendere e sorprendersi; GENUINI perché manifestazione di un desiderio di andare oltre i tempi della consuetudine e procedere verso la novità piuttosto che in una confezionata e commercializzata modernità; BENE EDUCATI perché chi gli sta accanto vi avverte, vi riconosce, piacevolmente una linea di prosecuzione, di continuazione.
In parole semplici, chi sta accanto ai loro occhi diventa giovane o ha voglia di tornare ad esserlo.
C’è tanta semplicità e tanta naturalezza nel loro sguardo che non significa semplicismo o dilettantismo di approccio visivo, Tutt’altro. C’è, anzi, un desiderio di ascoltare le esperienze altrui, di non cadere negli errori, di emulare le imprese che si condividono, di proteggere la propria visione. Si avverte, su di loro, la mano di tutor severi ma generosi,
Ecco, Miriam ed Emanuele, con disinvoltura, ma anche con risoluzione, sono andati in mostra rivendicando una loro visione. Sanno che tanti occhi (sotto tanti capelli bianchi -quando i capelli ci sono-) li guardano con attenzione fiduciosa.
Ed hanno privilegiato, Emanuele, e giustamente, la “fotografia da strada”, quella “della porta accanto” per parlare di documenti visivi, di appunti visivi, di fantasticherie visive. Il “teatro naturale della strada”, della quotidianità, ha ricambiato la scelta premiando con sorprendenti risposte la curiosità dello sguardo. Myriam ha, inoltre, inseguito un criterio di bellezza, un suo canone, un suo stereotipo, concludendo però che con la bellezza tipologica ci puoi giocare e divertirti ma quando incontri quella vera, allora, devi comprometterti ed accettarla. Dalla fascinazione all’introspezione il passo è coraggioso ma sì è giovani proprio per questo tipo di passi.
Dovrei, a questo punto, annotare le peculiarità di uno sguardo femminile o quelle di uno sguardo maschile? Son trent’anni che ci provo con risultati poco soddisfacenti e non ricomincerò certo adesso!

“Avere vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questo è il periodo più bello della vita” (Paul Nizan). Questa considerazione, di certo assai complessa per le derivazioni esistenziali che se ne possono far derivare, qualche anno fa (2012) fu una traccia tematica per gli esami di maturità.
Io, che posso esservi nonno, vi dico solo: “Non permettete a nessuno di turbare la poesia del vostro sguardo, A nessuno. Mai”.
Complimenti ed auguri.
 
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Ultima Modifica: 2021/05/28 17:14 Da PipPap.
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