Nella circostanza delle nuove programmazioni acaffine, anch’io voglio tornare alle nostre tradizioni ed abitudini. Pertanto, mi rifugio nel nostro sito istituzionale, e torno a chiosare qualche nota “post martedì”.
Ieri sera, come ha ricordato il Presidente Sergi, abbiamo fatto di necessità virtù ed abbiamo usufruito della tecnologia che supporta la comunicazione in streaming per verificare che la passione continua, il gruppo c’è e la volontà di proseguire permane.
Ed indicativa è stata la riproposizione della vicenda fotografica del nostro presidente emerito Cosimo Di Guardo che, invitandoci a ripercorrere la sua avventura amatoriale fotografica, ci ha fatto comprendere quanto sia stato fondamentale non disperdere i propri principi e le proprie idee e , nel contempo, cercare di condividerle con i compagni di cammino.
Compagni di cammino, ossia uomini e donne, incontrati decine di anni fa o conosciuti appena l’altro ieri, tutti curiosi di domandare “perchè hai fatto questo?” oppure “mi insegni a fare quest’altro?”.
Il mio amico Cosimo, e parlo per esperienza, con umiltà ed impegno si è fatto trovare sempre pronto, anche quando i casi della vita sembravano allontanarlo dalla sua passione e, in un reciproco scambio, ha trovato momenti nuovi di aggregazione, di ricerca, di stimolo, di cui tutti noi abbiamo trovato giovamento.
Ma Cosimo, ed io con lui, guarda avanti, come sempre ha fatto. Guarda alle nuove leve, sia in senso generazionale sia in senso di novità di contributi, di nuove prospettive.
Anche perché, proprio in questi giorni di difficoltà, occorre essere consapevoli che i nostri progetti, i nostri desideri, le nostre ambizioni (siano essi un nuovo percorso che non ci è ancora chiaro, o il desiderio di nuovi apprendimenti, oppure la necessità di nuovi confronti, o l’approntamento di nuovi dispositivi come mostre, rassegne, seminari di studio, o la realizzazione di libri nostri, piccoli o grandi non importa, o di concorsi) troveranno nei trentacinque anni di vitalità ACAF il tempo e lo spazio idonei per maturare e venire alla luce.
Nel mio piccolo, in questa mia clausura e contumacia forzata, già respiro la primavera che aspetta le vostre gemme.
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